La scusa di Persepolis
Si scalda il clima in vista delle elezioni
Dalla stampa la notizia rimbalza nella rete ed è allarme. A Tunisi circa 300 islamisti radicali hanno tentato di bruciare ieri sera la sede della televisione privata, Nessma TV dopo la trasmissione, avvenuta venerdì sera, del film franco-iraniano "Persepolis" di Marjane Satrapi, seguito da un dibattito sull'integralismo. Il capo della Nessma TV, Nabil Karoui, ha sostenuto anche di aver ricevuto minacce di morte. Il giorno prima, un altro gruppo di estremisti aveva preso d'assalto l'Università di Sousse in segno di protesta contro il rifiuto di una studentessa d’indossare il niqab. Come a Sousse, le forze di sicurezza sono intervenute a Tunisi per riportare la calma facendo uso di gas lacrimogeni. Circa un centinaio di manifestanti sono stati arrestati.
A pochi giorni prima delle elezioni del 23 Ottobre, questi disordini e provocazioni mettono a rischio il processo di democratizzazione avviato subito dopo lo scoppio della “rivoluzione dei gelsomini”. Molti tunisini impegnati attivamente nella formazione del nuovo Stato dopo Ben Ali, sostengono che la tensione sta crescendo tra i gruppi religiosi e laici.
Il Chiasmo delle idee nasce come un piccolo laboratorio artigianale di pensiero con l'idea che la creatività è l'incontro di un viaggio interiore che attinge all'esterno.
lunedì 10 ottobre 2011
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Quando le donne scendono in campo
RispondiEliminaLa tua è una proposta molto impegnativa. Al contrario della Libia mi sembra ci sia un interesse minore sulla questione. E' molto difficile dare un giudizio, un parere sulla questione. Una prima valutazione positiva si può fare sulla presenza delle donne nelle liste, questo mi sembra un primo passo molto importante, per il resto ho delle perplessità. Gli orientali per mentalità, educazione e religione sono molto legati alla tradizione e quindi c'è bisogno di tempo perché certi comportamenti vengano accettati. Questo momento naturalmente è positivo e può essere l'inizio di un periodo di cambiamento, di esercizio di nuove forme di dibattito che avrà bisogno di tempo per maturare. Ho maturato dentro di me una teoria, molto semplicistica e mi dicono ingenua. Ogni essere umano, cerca un po’ di benessere e di sicurezza per il futuro. Alcuni, è vero, in misura sproporzionata. Perché non aiutare allora i paesi sottosviluppati i a raggiungere un grado di autonomia economica da cui poi ricavare benessere per le popolazioni e autonomia operativa? Non puoi parlare di filosofia a chi ha la pancia vuota. Se i ragazzi di questi paesi spesso vengono a studiare in Europa o in America probabilmente cercano fuori risposte che in casa loro non trovano. Per questo ci vorrebbe un impegno da parte dei paesi industrializzati a collaborare, ma purtroppo spesso questo non avviene. C'è una corsa allo sfruttamento di risorse umane ed economiche che fa spavento. Forse non ho risposto in pieno alla tua richiesta, ma queste sono le prime considerazioni che mi vengono in mente.
Anna