Il Chiasmo delle idee nasce come un piccolo laboratorio artigianale di pensiero con l'idea che la creatività è l'incontro di un viaggio interiore che attinge all'esterno.
giovedì 1 marzo 2012
Maternità tra incubo e sogno
Terzo appuntamento con FRANCESCA MILANI
La maternità per me è un incubo; ne ho il terrore; la giudico al di sopra delle mie possibilità emotive. Credo di non essere ancora pronta per gestirne la portata emotiva. Non mi sento all’altezza e nello stesso tempo ho il timore dello spazio vitale e mentale che potrebbe prendersi in me. E dico tutto questo aggiungendo: purtroppo.
Ha mai ricoperto ruoli di madre in uno spettacolo?
Una volta, a teatro, nella pièce “Per sommi capi” dove c’è un passaggio di testimone dalla nonna alla nipote. Una ragazza – anch’io avevo qualche anno in meno - ritrova delle lettere della nonna delle quali non era a conoscenza. Le svelano il sapore della maternità e alla fine anche la ragazza, sebbene molto giovane, resta incinta. La scena si conclude con la protagonista che si accarezza la pancia. Mi spiace solo di aver interpretato questo ruolo in un momento nel quale forse non ero pronta a cercare un senso, almeno mentalmente. Recitai proprio per questo probabilmente con un certo distacco e spensieratezza. Vedevo la maternità come qualcosa di lontano e distante da me. Oggi sarebbe diverso: sentirei maggiormente la parte ma forse anche la sofferenza.
Un brano che interpreti il suo pensiero in merito, che ha recitato o che le è caro?
Penso a quanto scritto da Umberto Galimberti nel suo “Mito della giovinezza” dove evidenzia che con la maternità si dilata lo spazio della donna fisicamente, per accogliere il bambino, mentre si restringe quello emotivo. All’uomo, non preposto ad accogliere nel corpo, si chiede di accogliere nell’anima sostenendo la donna. E questo non è così diffuso.
Chi è Francesca Milani?
Attrice di teatro, cinema e televisione, ha frequentato il Corso diretto e condotto da C. Censi e I. Del Bianco nel 1992-93; quindi il Tirocinio all’Accademia Silvio D’Amico e a seguire il Corso diretto e condotto da G. Colli e G.B. Diotajuti; poi il Corso di doppiaggio Studio 23 M.Gallo, R.Savagnone, L.Biella, V.Stagni e ha seguito un Seminario di recitazione e studio approfondito su Moliére, condotto da Mario Scacci. Ha ottenuto la Borsa di studio “Cinecittà Campus” (R. Torrebruna—U. De Vita) per il 2004-2006. Conosce i dialetti romanesco, siciliano, umbro-marchigiano, romagnolo, pugliese, milanese, napoletano, piemontese, veneto, sardo e il vernacolo toscano.
Al cinema ha lavorato ne’ “La patente” di L. Pirandello, con la regia J. Giaconi; a teatro si ricordano alcune commedie di Plauto e “C’è posta per tre” di Lapi e Colasant, con la regia dello stesso Lapi. Inoltre in televisione, tra l’altro per “Fermata d’autobus” su FX (Sky); ha lavorato anche in radio dal 2008 al 2011 in “Pelo e contropelo” con Pippo Pelo a Radio Kiss Kiss.
Ultimo lavoro in scena?
Al Teatro Parioli nel 2010 in “Mettetevi nei miei panni”scritto e diretto da Antonio Giuliani, nel quale ho ricoperto cinque ruoli diversi con un tono comico.
I prossimi lavori e progetti?
Sto finendo di scrivere con Danilo De Santis “La strana cotta” che sarà in scena dal 10 al 22 aprile al Teatro Petrolini di Testaccio (a Roma), un’altra pièce nella quale ricoprirò diversi ruoli.
Un anticipo?
E’ un testo comico anche se ci sono risvolti seri. E’ nato dall’amicizia con questo attore e dalle nostre reciproche confidenze amorose. Lo sforzo maggiore è proprio di raccontarsi senza essere autoreferenziali, rappresentando il passaggio di uomo da una serie di storie “mordi e fuggi” alla ricerca di una stabilità affettiva, un percorso non lineare, anche perché lungo questo cammino si affacciano e si intromettono una serie di personaggi, dalla cameriera alle ex fidanzate.
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bella e brava mia cugina Francesca! Valeria da Messina.
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