mercoledì 29 febbraio 2012

Maternità tra incubo e sogno


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Secondo appuntamento con Anna Tognetti

Non sono mamma e non per scelta. Il desiderio c’è malgrado la difficoltà legata al lavoro, e non penso tanto in termini economici, quanto di certezze. Non credo che un figlio sia un ostacolo alla carriera, anzi semmai una ragione in più per raggiungere un traguardo. Non credo però ai figli monogenitoriali. Penso che sia un atto di egoismo da parte di una donna, che non condivido. I figli si fanno in due e ci sarà un perché.

A teatro ha mai interpretato il ruolo di madre?
Mi è capitato qualche anno fa e ho dovuto invecchiarmi molto perché la donna protagonista aveva 50 anni circa e la figlia 25: in realtà eravamo quasi coetanee. Il testo “E pensare che eravamo comunisti” di Roberto D’Alessandro – scritto in occasione delle precedenti elezioni amministrative – era molto sbilanciato sul ruolo della politica quando è invasiva del privato. In quel caso interpretavo una donna profondamente coinvolta nella fede politica che arriva a rinnegare il figlio per una divergenza di vedute. Interessante anche se oggi mi piacerebbe affrontare un personaggio in grado di sviscerare profondamente il rapporto intimo madre e figlio.

Qual è la scena che descrive il punto di vista del Regista e anche la sua convinzione della necessità di essere genitori in due?

Una riunione di famiglia mentre le elezioni si avvicinano. Arriva la sorella del marito dalla Calabria e per dovere di accoglienza si cerca di evitare l’argomento politico quando il figlio, diciottenne, si alza in piedi e dice di dover dire una cosa importante che spera non metterà in crisi la famiglia. D’altronde l’età gli consente scelte autonome. Svela di essere iscritto alla lista di Francesco Storace. La madre si alza e gli dà uno schiaffo. Ne segue una frattura, mentre il padre cercando di comporre il dissidio si trasferisce con il figlio temporaneamente a casa della sorella e la madre resta con la figlia. Pur nella crudezza della situazione, si evidenzia l’importanza della mediazione o del supporto alternativo che un genitore può dare nel momento critico all’altro.

Chi è Anna Tognetti
Attrice di teatro, cinema e televisione, si è formata all’Accademia Pietro Sharoff di Roma e alla Lee Strasberg School di New York.
Al cinema ha lavorato ne’ “Il figlio più piccolo” – regia Pupi Avati (2009); “Studenti” di P. Mancini e le “Le ombre rosse” di Citto Maselli (2008). Per la televisione in “Pupetta Maresca”, fiction Canale 5; “Anna e i cinque”, sempre su Canale 5 e nel docufilm “Il giorno della Shoa”.
Attenta alle lingue, parla francese e un ottimo inglese ma soprattutto cultrice dei dialetti, pugliese, milanese, romanesco, romagnolo e del vernacolo toscano. Pratica con abilità nuoto, equitazione e – una curiosità – spada medioevale.


Ultimo lavoro in scena?

“Ma cos’è …quest’amore”, regia di C. Alighiero, al Teatro Manzoni di Roma, ancora in scena dove interpreta Marilù, vera attrice dello spettacolo che non sottomette l’espressività alla voce e alla canzone ma dimostra, pur in una parte minore da antagonista, di essere una figura completa.

I prossimi lavori e progetti?

Sono stata contattata sempre dal Teatro Manzoni per uno spettacolo che sarà in scena la prossima stagione ma ancora non conosco il titolo. Chissà se riuscirò a interpretare il ruolo di madre per poter approfondire quanto ancora non ho avuto modo di dire….

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