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mercoledì 7 marzo 2012
Maternità tra incubo e sogno
Maternità tra incubo e sogno
Quarto appuntamento con Cinzia Egle Moretti
Non ho ancora bambini. C’è insieme attrazione e paura per la maternità. Facendo parte del mondo dello spettacolo quello che mi fa paura p il timore di un rifiuto da parte dei committenti che mi ha portato a rinviare la scelta ed è a mio parere un sentire diffuso. Soprattutto chi, come me, è una ballerina, tende a ballare fino all’ultimo che più o meno vuol dire quarant’anni che è in qualche modo un limite anche per i figli però. In generale per un’artista il problema è di natura economica e nella precarietà generale, nel senso di incertezza, c’è il tentativo di non lasciare intentata nessuna strada. Finché si lavora si è in gioco. Tra l’altro per chi lavora con il corpo, più di tutti una danzatrice, la gravidanza è un punto interrogativo destabilizzante. E’ pensando alla maternità come ad un momento importante di approdo che ho cominciato a diversificare la mia attività. Nello stesso tempo maternità e arte hanno molti punti di contatto. In ogni caso si tratta di ‘dare’ emozioni e di donare alla comunità qualcosa, una rappresentazione o un figlio; e, nello stesso tempo, di realizzare un progetto per l’altro. Esiste a mio parere un ‘potere di trasmissione’, molto forte nell’arte come nella maternità che impone a entrambe le vocazioni la responsabilità di quello che si lascia andare.
Un brano che interpreti il suo pensiero in merito, che ha recitato o che le è caro?
Purtroppo a mio parere non esistono monologhi che esaminano profondamente la maternità. Di solito gli autori si concentrano soprattutto sulla psicologia di una donna, non tanto sul suo essere madre o forse non sono così noti. Tra l’altro mi piacerebbe che un autore si concentrasse sulla maternità come un’esperienza condivisa al 50% dall’uomo e dalla donna, molto forte, che lega certamente la coppia; non necessariamente la unisce.
Hai mai ricoperto il ruolo di madre?
Solo in una pubblicità per la Burger King,nella quale perfino una donna incinta mangiava qualcosa che a dire il vero non è salutare nemmeno in condizioni ordinarie. Mi sono sentita strana; goffa che per una danzatrice è insolito. A cominciare dal fatto che non sapevo dove tenere le mani. Mi è servito per proiettarmi in una possibile nuova immagine del mio corpo e di me stessa. Per un’artista, essendo il corpo protagonista del proprio lavoro, è importante capire come gli altri ci vedono.
Chi è Cinzia Moretti? Attrice, danzatrice e cantante, ha un nome lituano solo perché piaceva alla mamma ed è cresciuta a Londra, dove ha mangiato pane e cultura. Fin da piccola sua madre, appassionata di teatro e curiosa, l’ha portata a teatro. La capitale inglese ha favorito la familiarità con il mondo dello spettacolo ed è così che a 6 anni ha cominciato ad andare in scena chiedendo di prendere lezioni di danza, canto e musica; poi dall’età di 10 anni ha cominciato a recitare. Ha conseguito il BSA Meisner Tecnique con Danni Du Carr; il BSA Corso di Recitazione avanzato cinematografico con Darren Bransford Workshops di recitazione diretti da Phil Shaw, Clair Breton e Lioni Kibbey. Ha preso lezioni di canto con Simone Laraway e ha conseguito il Diploma in danza con Liliana Cosi e Marinel Stefanescu presso l’Associazione Balletto Classico. Tra gli altri spettacoli è stata interprete nei balletti “Il corsaro” al London Coliseum con l’American Ballet Theatre; di “Romeo e Giulietta” sempre al London Coliseum con lo Stuggart Ballet; di “Coppelia” e della “Sagra di primavera” con il corpo di ballo del Teatro Ariosto in Tour con la Compagnia Cosi-Stefanescu.
E’ stata interprete nei musical “My fair lady” al White Rock Theatre con la regia di Leslie Adams; “Oliver” sempre al White Rock Theatre, con la regia Shaun Teberer e ne’ “I pirati di Penzance”, al De La Warr Pavilion diretta da Varina Verdin. Ha lavorato anche nella pubblicità. Suona il Pianoforte e ha una voce da soprano. Madrelingua inglese, parla spagnolo e conosce il siciliano, romano ed emiliano.
Ultimo lavoro in scena?
Ho realizzato la coreografia di “Moby Dick” a Civitavecchia, a luglio scorso, in una versione modernizzata, nello scenario naturale delle Terme a due passi dal mare.
I prossimi lavori e progetti?
Sto lavorando con un amico compositore, Marco Savatteri, per la realizzazione del musical “Cleopatra”, un classico storico in versione moderna, questa almeno la nostra ambizione. Nel frattempo sto studiando e lavorando per una trasmissione televisiva di arredamento legata alla disciplina americana del bio-design, l’applicazione della natura nella casa, nell’arredo. L’idea mi è venuta pensando ad un vuoto in questo ambito – a differenza di tanti programmi dedicati alla salute e alla cucina - e alla necessità di dare informazione e fare televisione educativa.
Un anticipo sui due progetti ai quali sta lavorando?
Troppo presto per entrambi. Per la trasmissione televisiva sto approntando un video pilota da inviare sia in Italia, sia in Inghilterra e negli Stati Uniti.
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