mercoledì 3 aprile 2013

Elisabeth Green: "Il filo tradito" - Cutrofiano (Le), Domenica 14 Aprile

Domenica 14 aprile, dalle 9.45, presso la chiesa evangelica valdese di Cutrofiano (LE) presentazione del libro Il filo tradito.Vent'anni di teologia femminista. Sarà presente la pastora Elisabeth Green, che nel libro ripercorre le principali riflessioni della teologia femminista degli ultimi vent'anni, spaziando dalla esegesi biblica alla teologia sistematica e alla storia, il Gesù incontrato dalle donne, lo spirito della preghiera, le donne nella chiesa. Appaiono in controluce alcune altre istanze di diritti negati - a omosessuali e vittime della violenza , all'ambiente - nonché temi cari al pensiero delle donne, come l'eros, il corpo, la relazione, il racconto, il tempo.

venerdì 1 marzo 2013

A Roma la mostra "Mujeres argentinas (si) raccontano" - Dal 9 al 23 marzo


9 Marzo 2013 Inaugurazione Mostra
MUJERES ARGENTINAS (SI) RACCONTANO
Artiste dietro le quinte
Mostra multimediale - fotografia - video – performance
Un progetto di Inés Grion, Leticia Marrone e Marina Rivera

Si inaugura sabato 9 marzo alle ore 17 presso il Museo “Luigi Pigorini” Mujeres argentinas (si) raccontano - Artiste dietro le quinte, mostra che documenta e racconta il percorso artistico e di vita di 7 donne argentine emigrate in Italia.

Basato sulla tecnica del reportage audiovisivo l'evento multimediale  permetterà al pubblico un approccio nuovo, insolito, straordinario nelle vite di donne che, emigrate in Italia, hanno sviluppato propri progetti artistici come nuove espressioni del nuovo fenomeno multiculturale di questo paese.

La mostra verrà realizzata all’interno di [S]oggetti migranti / [READ-ME 2], un progetto di museografia partecipativa finalizzato alla costruzione di una rete di associazioni della diaspora e musei di etnografia.

Le artiste intervistate sono: Karina Filomena (ballerina), Silvana Chiozza (pittrice), Irma Carolina Di Monte (attrice), Marcela Szurkalo (cantante e ballerina), Yanina Lombardi (musicista), Yamila Suárez (attrice) e Sofía Karakachoff (videomaker e musicista).

La scenografia è quella del soggiorno di un’abitazione, uno spazio intimo e vitale, scelto dalle protagoniste come punto di partenza per un viaggio che  suggestiona la vista, la memoria, l'immaginazione e la riflessione su quanto di noi dimora nella casa dell'altro. Le donne argentine che visiteranno la mostra, potranno anche portare la propria foto “nel salotto multimediale” dove, all'interno di cornici “ancora” vuote potranno inserire una loro immagine, una foto, un disegno, contribuendo ad arricchire l'immagine dell'immigrazione creativa a Roma.

Con il patrocinio di:
Ambasciata della Repubblica Argentina in Italia - Ufficio culturale
Con il contributo di:
Baires

Mostra: Mujeres argentinas (si) raccontano
Un progetto di Inés Grion, Leticia Marrone e Marina Rivera
Luogo: Museo Nazionale Preistorico Etnografico “Luigi Pigorini”
Indirizzo: Piazza Guglielmo Marconi 14  -Eur- Roma
Inaugurazione: sabato 9 Marzo, ore 17,00
Ingresso libero

Periodo: dal 9 al 23 marzo 2013
Orario: Lunedì - Sabato 9.00 a 19.00 - Domenica 9.00 - 13.30 
Ingresso a pagamento

Segnalazione su Saltinaria.it

lunedì 25 febbraio 2013


giovedì 14 febbraio 2013

Globalist - Tunisi, quello che le donne sanno


Basma Khalfaoui, la vedova del leader dell'opposizione assassinato Belaid, continua a manifestare. E rappresenta la rivoluzione delle donne tunisine. 

di Patrizia Mancini
mercoledì 13 febbraio 2013

Basma Khalfaoui, vedova di Chokri Belaid, avvocata e militante dell'Association des femmes démocrates e della sinistra, è divenuta in questi giorni il simbolo della resistenza tunisina contro la violenza politica e il tradimento delle istanze rivoluzionarie. 
Il giorno stesso dell'omicidio del marito Besma era sull'Avenue Bourghiba e accompagnava l'ambulanza con la salma davanti al Ministero degli Interni. La sua immagine con il braccio alzato nel gesto della vittoria ha fatto il giro del mondo e rimarrà impressa per sempre nella memoria collettiva del popolo tunisino. Da due giorni Basma manifesta davanti alla sede dell'Assemblea Costituente per chiedere le dimissioni del governo la cui politica securitaria a senso unico ha in qualche modo lasciato spazio alla violenza in ambito politico che ha raggiunto il suo apice con l'assassinio di Chokri Belaid. E ieri Basma ha portato la sua solidarietà a un'altra vedova, la signora Lazar, moglie dell'agente di polizia morto in circostanze poco chiare durante i disordini registrati all'indomani dell'uccisione del leader marxista.
Ma l'avvenimento più straordinario di queste giornate tristi e turbolente è rappresentato senz'altro dalla partecipazione massiccia delle donne al corteo funebre e alla sepoltura di Belaid l'8 febbraio 2012. Infatti, contrariamente a quanto riportato da alcune autorevoli fonti giornalistiche italiane, come "La Repubblica", più della metà delle centinaia di migliaia di persone che hanno accompagnato la salma del militante assassinato era composta da donne che rappresentavano l'ala più combattiva e rumorosa della marcia verso il cimitero di Djallez, così come molto sovente era accaduto durante le manifestazioni contro Ben Alì. E, senza precedenti nella casistica del rito funebre musulmano, alla sepoltura e alla preghiera collettiva hanno partecipato Basma, sua figlia e la sorella di Chokri, in contrasto con la tradizione che vuole le donne assenti nel giorno dell'interramento (anche nel caso di decesso di una donna). A loro normalmente è permesso accedere alla tomba solo dalla giornata successiva ai funerali. A poco servirà probabilmente il "richiamo all'ordine" del Ministro degli Affari religiosi Nourredine Khadmi che ha condannato la presenza femminile all'esequie come deviazione dai precetti dell'Islam e al quale ha ben risposto Hamma Hammami, portavoce del Fronte Popolare, evidenziando la condanna selettiva del ministro che ben si è guardato, nel passato, dal criticare le distruzioni dei mausolei dei santi tunisini e la distruzione di copie del Corano in essi custoditi. 
Dunque una linea rossa è stata oltrepassata dalle donne in questi giorni. Non è stata la prima, certamente non sarà l'ultima. E' innegabile, infatti, come altre azioni femminili abbiano segnato le vicende post-rivoluzionarie e introdotto elementi di speranza e di sana contraddizione nelle dinamiche sociali. Il 13 agosto 2012, in pieno periodo di Ramadan, un'enorme manifestazione nella capitale ha contestato e fatto ritirare una proposta di Nahdha di introdurre nella nuova costituzione il concetto di complementarietà della donna nei confronti dell'uomo, emanazione di una lettura letterale del Corano. E ancora: lo squallido episodio della giovane violentata da due poliziotti alla periferia di Tunisi e inizialmente accusata di "oltraggio al pudore" perché sorpresa in auto con il fidanzato, ha mobilitato migliaia di donne e ha portato al ritiro delle assurde accuse nei suoi confronti e all'incarcerazione dei due violentatori. La giovane ha avuto anche il coraggio di apparire, a volto coperto, in una trasmissione televisiva in cui ha narrato la sua vicenda: una prima assoluta nella storia della televisione nazionale. 
Non è un caso poi che sia stata una giovane universitaria, Khaoula Rchidi, l'unica ad aver avuto il coraggio di affrontare un fondamentalista che aveva sostituito la bandiera tunisina con il drappo nero salafita sul tetto dell'Università della Manouba.
E davanti ai tribunali militari sono sempre loro in maggioranza, madri, mogli e sorelle delle vittime della rivoluzione che ormai da quasi due anni reclamano giustizia e verità per i loro cari. Come Fatma, la madre di Ahmed, freddato a Tunisi nel gennaio 2011 da un cecchino, la quale ha chiesto pubblicamente al presidente della Repubblica Moncef Marzouki di togliersi dal bavero della giacca la medaglietta con l'immagine di suo figlio, poiché ancora a oggi il governo non è stato in grado di dare risposte su quell'uccisione. Come non citare l'ostinazione delle madri dei ragazzi dispersi all'indomani della loro fortunosa partenza per Lampedusa e dei quali si è persa ogni traccia su entrambe le sponde? Ottenuto il confronto delle impronte tra governo italiano e tunisino, ancora non si rassegnano e chiedono conto sia della sorte dei loro figli che delle politiche migratorie dei due paesi. E continuano a manifestare e a chiedere "Dove sono i nostri figli?".
La Tunisia sta attraversando il momento più difficile del periodo post rivoluzionario e il suo superamento dipende da tutti, governo e opposizioni. E l'esempio di Basma Khalfaoui deve dare un nuovo coraggio, una nuova spinta, un nuovo impulso a tutti i tunisini. Le donne, loro, già lo sanno. 

lunedì 11 febbraio 2013

A ricordo della giornata di venerdì 8 febbraio


Journée mondiale contre le cancer
 
DANS NOTRE COEUR ON N'OUBLIE JAMAIS CEUX QU'ON AIMENT

A tous ceux qui se sont battus, et à ceux qui un jour devront le faire........
une pensée, rien qu'une petite pensée en passant (par la bougie de la guérison)                 
Vendredi sera la journée mondiale du Cancer. J'apprécierais si vous pouviez envoyer cette demande : 
Tristement 93% ne la feront pas parvenir
Lutte contre le cancer.... 
Pensons-y...

sabato 9 febbraio 2013

Transizione tunisina, verso la deriva? L’uccisione di Choukrî Bilăïd getta il paese nello sconcerto

Una nota di Ilaria Guidantoni, autrice di "Chiacchiere, datteri e thé. Tunisi, viaggio in una società che cambia", in relazione agli eventi che hanno interessato la Tunisia nei giorni scorsi.

Il primo omicidio politico dopo la rivolta del 14 gennaio 2011, anzi il secondo, ma del primo quasi nessuno ha voluto parlarne come se il silenzio annullasse le scosse di terremoto: non si trattava di movimenti tellurici di assestamento quanto del preludio di una nuova deflagrazione. Sconcertante sì, inattesa no. Preparata inoltre, vista la facilità plateale dell’accaduto. Il clima era quello di un andamento lento verso uno scontro frontale tra laici-laicisti e religiosi tradizionalisti, che tante volte avevo sperato si evitasse nel segno del dialogo e della composizione. Purtroppo il compromesso storico dell’alleanza di governo era fallito da tempo e le due forze in campo erano di fatto separate in casa. Chiunque sia il responsabile o i responsabili – politici e materiali esecutori, che non è detto siano propriamente coincidenti – è certo che hanno reso un cattivo servizio, al paese moralmente e anche al governo, semmai da lì provenissero: la spaccatura di EnnahDa, dimissioni e caduta di fatto del governo lo dimostrano. L’invito è a non farsi prendere dall’onda delle emozioni e dell’emotività e provare a ripartire interpretando, forse un po’ cinicamente, questo dolore come una necessità storica, nell’ottica della dialettica hegeliana. Il sacrificio di un uomo giusto e di esempio potrebbe essere il detonatore non della guerra civile ma dell’appello alla responsabilità civile della popolazione. In tal senso l’abbraccio collettivo, l’invito al dialogo sui valori essenziali della tutela dei diritti e piani operativi per il lavoro (cavallo di battaglia della nahDa in campagna elettorale) sono i punti dai quali ripartire. In questo momento il paese conta soprattutto sui movimenti per la tutela dei diritti e in particolare è alle donne  che spetta un compito di richiamo alla concretezza e di invito alla calma – come all’indomani della rivolta – mentre i giovani, stando a quanto si legge sulla rete sono (comprensibilmente) preda di sconcerto, rabbia ed emozioni incontrollate. Un’altra ancora di salvezza ritengo sia l’UGTT (uno dei sindacati più importanti del mondo arabo con oltre mezzo milione di iscritti): lo strumento concreto per stabilizzare il paese. E’ il momento che l’Europa faccia arrivare forte la propria voce e il proprio sostegno non per gridare all’allarme di deriva islamica, termine confuso per altro, ma per invitare a trasformare la rabbia nell’impegno. Parole confortanti di dialogo che richiamano alla tradizione autentica tunisina, una società multiculturale e multicolore, sono giunte dall’Arcivescovo di Tunisi e dalla Chiesa italiana. Ma la voce deve alzarsi: non puntiamo il dito contro qualcuno ma tendiamo una mano a qualcuno. La giustizia poi faccia il proprio corso mentre sembra latitare. Al di là del colpevole, le responsabilità sono sempre collettive. Smettiamola di fare pronostici e scommesse che non rendono giustizia ad un martire. L’ipotesi del governo tecnico potrebbe essere la soluzione estrema per ricostruire la macchina statale e il mercato del lavoro. Si sa che si tratterebbe di un intervento in emergenza con tutte le conseguenze del caso. In questo momento mantenere la sicurezza, offrendo qualche spiraglio è l’unica via. Attenzione però a cercare di sedare un popolo arrabbiato: il rimedio può essere peggiore del male. Gli episodi di scontri con la polizia sono un allarme. Speriamo che l’esercito funzioni da cuscinetto come due anni fa.

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma
Ilaria Guidantoni insieme all'attore teatrale Giuseppe Bisogno, che ha curato le letture, e al musicista Edoardo Inglese, autore di una selezione di brani musicali

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012
Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata a Milano", libreria Milano Libri. Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, il presidente del Touring Club Italiano, Franco Iseppi, e Laura Silvia Battaglia, inviata esteri di Avvenire. Letture a cura dell'attore Michele Mariniello

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012
Ilaria Guidantoni ospite di RADIOLIVRES, con Vittorio Macioce, caporedattore de' Il Giornale, ed Edoardo Inglese,"musicante", in una serata di parole e musica

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo
L'autrice tra Lorenzo Veroli, il Segretario del Club e Chiara Ercolino

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012
Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, l'on. Elisabetta Zamparutti (Radicali Italiani) e il giornalista tunisino Salah Methnani, inviato di Rainews24

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"
Marzia Messina, ideatrice del progetto e realizzatrice per "Prima che sia buio" della foto dell'autrice

Il fotografo di 365D Sham Hinchey

Il 29 agosto di 365D

Con Raffaella Fiorito, mia vicina di calendario

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Metti una sera d'estate, prima che sia buio...

"Prima che sia buio" incontra l'arte alla Galleria Barbara Paci di Pietrasanta

Ilaria Guidantoni e Barbara Paci

La scrittrice con i genitori

La scrittrice tra Daniela Argentero e Barbara Paci

La scrittrice tra gli amici

Leggendo "I giorni del gelsomino" con il pittore Agostino Rocco

Leggendo "Colibrì"

L'autrice con Agostino Rocco

A Jorio, dedicato a Pistoia, alla Toscana e a una città d'arte

Tra Firenze e Pistoia

Con il pittore Agostino Rocco tra parole e immagini