lunedì 24 dicembre 2012

Il sogno di Natale…di Sophie


Era l’ultima notte che avrebbe passato nel suo appartamento parigino. L’indomani avrebbe preso un treno per Marsiglia da dove si sarebbe poi imbarcata per Algeri, prima tappa di un lungo viaggio verso Beirut. Poche cose con sé. Solo gli strumenti tecnologici, una buona dose di entusiasmo e altrettanta di incoscienza. Ma la curiosità era più forte di tutto. Era anche la notte di Natale ma per lei, cresciuta nella religione laica della comunione dei popoli, viaggiare verso il sud sarebbe stato il modo migliore di celebrarlo. Malgrado non fosse certo nuova a quei viaggi, sapeva il rischio che avrebbe corso. Dopo giorni passati a convincere chi cercava di dissuaderla dal partire e la metteva in guardia per il fatto che comunque sarebbe stata a tutti gli effetti considerata cristiana, forse nemica, obiettando che le divisioni e i pericoli sono frutto più di fantasie malate che di circostanze reali… era stranamente agitata. Dopo un bicchiere di Bordeaux sorseggiato ad osservare la fiamma che si spengeva nell’angolo del caminetto e quella piacevole sensazione di calore del ritrovarsi a casa, dopo una giornata fredda, che per molto tempo non avrebbe più provato, se ne andò a dormire. Si svegliò al mattino con una strana sensazione e una domanda in testa che le ronzò tutta la mattina tra i pensieri e gli auguri. Si chiedeva chi fosse l’uomo del sogno. Chi rappresentasse o cosa… e perché soprattutto l’avesse scossa a tal punto da farle decidere di andare a piedi fino a casa dei suoi, malgrado il freddo e la giornata impegnativa che l’avrebbe poi attesa.
L’uomo del sogno era interessante e dall’apparenza innocua, emancipata. Sarebbe potuto essere un intellettuale. Solo che ad un certo punto le si era rivolto con queste parole: «Ogni donna che prega o profetizza senza velo, manca di riguardo al proprio capo. Se dunque una donna non vuole mettersi il velo, si tagli i capelli! Ma se è vergogna per una donna tagliarsi i capelli o radersi, allora si copra. L’uomo non deve coprirsi il capo perché egli è immagine e gloria di Dio; la donna invece è gloria dell’uomo. E infatti non l’uomo deriva dalla donna, ma la donna dall’uomo; né l’uomo fu creato per la donna ma la donna per l’uomo. Per questo la donna deve portare sul capo un segno della sua dipendenza».
Parole irripetibili nella sua testa, alle quali si sentiva in qualche modo di dover cedere. Sentiva crescere l’irritazione anche per tutti gli amici e conoscenti cristiani o miscredenti che additavano l’Islam e che avrebbero potuto pronunciare un simile verdetto. Si erano perfino infiltrati nel suo breve sonno, ammaliandola dietro il volto di un uomo affascinante. Sophie non si arrese…al’evidenza o all’apparenza(?). Non era nel suo stile.
Sulla strada verso casa si fermò alla Chiesa di Saint-Louis e aspettò pazientemente il parroco alla fine della celebrazione, ansiosa di raccontargli il sogno come a cercare conforto. Il Natale non era il momento migliore per chiacchiere pastorali e Père Michel indugiò un po’, disponibile per una confessione tardiva che però non arrivava. Perplesso invece di una conversazione che aveva più il sapore di una seduta d’analisi… proprio il giorno di Natale, dovette pensare.
Non appena Sophie recitò come avesse imparato a memoria le parole del corteggiatore del sogno, Père Michel le sorrise dicendole: San Paolo, I lettera ai Corinzi, capitolo 9.
Sophie restò senza parole e senza domande, ringraziò e se ne andò ridendo silenziosamente.
Guardare nell’altro è solo un momento di smarrimento; poi ci si ritrova. Anzi, non ci si vede mai abbastanza chiaro come attraverso gli occhi degli altri. Per questo si rischia di perdersi. Basta superare la paura della verità e della libertà. Quanto siamo simili a chi sembra lontano! Il fatto è che normalmente le affinità le cerchiamo nei pregi, non nei difetti. Diversamente ne troveremmo in maggior quantità e ben visibili.
Allora ci stringeremmo forti gli uni altri per chiedere comprensione della nostra fragilità.
                                           
Ilaria Guidantoni - Natale 2012


Cristiana Thoux è un’artista valdostana che vive da anni a Parigi dove lavora soprattutto come fotografa, unendo l’emozione alla tecnologia. L’immagine è una sua opera che amo molto.

lunedì 10 dicembre 2012

Attrici, tra maternità e palcoscenico


Quando la vita è un palcoscenico
Intervista a Donatella Barbagallo

Il suo volto accattivante racconta una passione nata all’asilo e diventata una vocazione e una professione. Sicura, decisa, determinata? A volte il palcoscenico protegge più della vita.

L'intervista completa su www.saltinaria.it e il link su www.ilchiasmodellerappresentazioni.blogspot.com, dove si può leggere la recensione di "Erotomaniaci".

 
 
Una delle riflessioni di questo blog è sulla maternità, tra incubo e sogno. Nel nord del mondo si tende a negare la maternità mentre nel sud a imporla. In ogni caso spesso chi dovrebbe essere interessato in prima persona è messo da parte. Qual è la sua opinione?
Cosa pensa della maternità?
«Penso che la maternità sia un fatto decisivo nella vita di una donna, e, come tutti i fatti decisivi, coinvolge allo stesso modo spirito, psiche e corpo. 
Ma la maternità è anche un fatto socialmente rilevante, coinvolge il mondo del lavoro, stravolge la vita di coppia e molto altro ancora. Non la ritengo ancora oggi la realizzazione primaria per una donna,
posso dire cosa rappresenta per me solo idealmente: un misto alla pari di egoismo e atto d'amore. Egoismo perché penso che desiderare un figlio possa essere il passo decisivo verso la propria realizzazione come donna o per il completamento di essa e anche perché è comunque un richiamo atavico dell'istinto femminile, la continuazione non solo della specie, ma anche del sé attraverso la prole. Atto d'amore perché avere uno o più figli significa, oltre a tutte le gioie e le soddisfazioni, anche dolore, rinunce, sacrifici, impegno costante, dedizione, stravolgimento degli equilibri di coppia... per quasi tutta la vita "attiva" della madre, specialmente nella realtà attuale dove la maggior parte delle donne deve lavorare fuori casa volente o nolente, poco o tanto. Sono circondata da donne incinta in questo periodo: un'amica, una collega, amiche di amici. Ognuna sta vivendo la maternità in modo diverso ed insieme straordinario. La collega, in particolare, prima di restare incinta era sempre "musona", silenziosa; ora sorride di continuo ed un tutt'uno con la sua bella pancia. A noi racconta che, dopo 3 anni, di matrimonio, ha dovuto "cedere" alle insistenze del marito che premeva per avere un bambino, ma a guardarla, si direbbe che si vergogna di dire la verità». 
Qual è la sua esperienza diretta o indiretta, anche in termini di sogni e progetti (non voglio confessioni personali almeno che non le interessi raccontare la sua storia)
E a livello di spettacolo?
«Fino a poco tempo fa, odiavo i bambini, li detestavo sotto ogni punto di vista. Poi è accaduto che l’amore di una persona ha fatto nascere naturalmente in me in senso e la voglia di donare una vita alla persona che si ama davvero. Oggi purtroppo quel sogno è sfumato…ma se trovassi l’amore vero e ne avessi le possibilità economiche, non ci penserei due volte a fare un figlio, anche se questo comportasse la rinuncia per un periodo alla mia attività di attrice».
In bocca al lupo, di cuore!



Per chi vuole saperne di più...

Formazione: Ha conseguito il Diploma professionale di Attrice presso la scuola “Il cantiere Teatrale” di P. Tiziana Cruciani (nel 2010); e ha frequentato una serie di seminari intensivi: Elementi di Biomeccanica con A. De Magistris; con Jean Paul Denizon, attore e aiuto-regista di Peter Brook; uno Stage intensivo, “Sound and game in Shakespeare”, con Simon Scarfield, dal Globe Theatre di Londra con messa in scena finale di Machbeth (ruolo Lady Machbeth); e sul metodo Grotowsky presso Les Cours Florent di Parigi. Nello stesso 2010 ha frequentato il Masterclass per attori con Rossella Falk e nel 2011 il Seminario residenziale con Ricci Forte, San Miniato.
Teatro: Nel 2012: “Una cosa a tre” regia di Pietro De Silva; “Fuori Sede”, scritto e diretto da Luca Pizzurro; “Peace Frog THE Show” live al Piper Club di Roma; “Le Belle Notti” di Gianni Clementi, regia di Claudio Boccaccini. Nel 2011: “Lo zoo di vetro” di T. Williams, regia di S. Chiosi, “Pericolo di coppia” di Marco Cavallaro, regia di Claudio Insegno e “Vestirsi di Bianco” regia di Mario Prosperi. Nel 2010 : “Tempi supplementari” di Marco Falaguasta; “Un curioso accidente” di C. Goldoni, regia di Carlo Fabiano; “Le metamorfosi “ di Ovidio, regia Giovanni Carta; “I monologhi della Vagina” di Eva Esler, della quale ha curato la regia; e “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, di O. Wilde, regia  di G. Vasilicò.
Nel 2009: “L’amante” di H. Pinter, regia di Enzo Masci; e  “La città del Natale” (musical) regia di Paola Di Girolamo. Nel 2008 "In Principio era il Trio!" di Anna Marchesini, Tullio Solenghi e Massimo Lopez, regia di Anna Marchesini e "Festa in famiglia"  di A. Ayckbourn,  regia di Carlo Marsili.  (ruolo: Deidre). Infine nel 2007: "Chicago!" (musical), regia Katia Marafioti (ruolo: Velma Kelly).
  Cortometraggi: Nel 2009: "Punto Cieco” regia di Marta Corradi e nel  2007 Con parole povere” regia di V. Scandurra.
Parla inglese, francese, spagnolo;  siciliano, calabrese, romano, fiorentino, napoletano, veneziano.


"Non voglio vedere verde" La tavola e la cultura, il gusto di aiutare gli altri


Il 15 dicembre alle ore 17 in anteprima nazionale, presso la sala Consiliare della Provincia di Prato, con il patrocinio della Provincia di Prato e della “Strada del Vino di Carmignano e dei prodotti tipici pratesi”, la casa editrice Farnesi Editore di Prato presenterà il libro “Non voglio vedere verde” di Giada Briziarelli, raccolta di ricette per bambini abbinate a favole scritte da  Christina Bachman, Caterina Balivo, Giada Briziarelli, Ilaria Calvani, Sara Castellani e Alice Pucci, Francesca Ciardi, Benedetta Contini Bonacossi, Dorotea De Spirito, Elsa Di Gati, Beppe Fiorello, Federica Fontana,  Alessandra Gaggioli, Enzo Ghinazzi (Pupo), Monica Leofreddi, Marco Liorni, Annalisa Manduca,  Rita Marcotulli e Francesco Giardinazzo, Armando Maschini, Simona Mazzei, Federico Moccia,  Ilaria Moscato, Giorgio Casotti, Antonella ed Elisabetta Quaranta, Maria Rodighiero, Maddalena Sadocchi, Toni Scervino, Enrico Vanzina e Stefano Ziantoni.
Il libro nasce per sostenere la Onlus Anticito, di cui Giada Briziarelli è presidentessa nazionale.
Alla presentazione, oltre all’editore, saranno presenti i seguenti autori: Francesca Ciardi, Maddalena Sadocchi, Maria Rodighiero, Benedetta Contini Bonacossi, Ilaria Calvani, Antonella e Elisabetta Quaranta, Simona Mazzei, Cristina Bachman, Alice Pucci e Sara Castellani, e la conduttrice televisiva Ilaria Moscato. Interverrà anche il disegnatore Francesco Perrotta.
Il libro sarà in vendita durante la presentazione.
Sarà comunque acquistabile presso:
- Libreria Fanucci Piazza Madama 8 Roma
- Marton Cartolibreria srl Corso del Popolo 40, 31100 Treviso
- Libreria Ready Cavour Via Cavour 255, 00184 Roma  e comunque in tutta la catena delle librerie Arion di Roma
- Libreria Liberrima Socrate srl, Corte dei Cicala, 1 73100 Lecce
- Libreria Viva Athena Via Liguria 73-75 73013 Galatina Lecce
- Libreria Mondadori Via Cortonese 131 06127 Perugia    
- Libreria Betti sas via del Sette 1 06121 Perugia
- Antica Farmacia Molteni, via Calzatoli piazza della Signoria, Firenze
- Libreria san Gottardo Corso San Gottardo Milano
- Libreria Il Castello piazza del Castello Prato
- Negozio della Strada del Vino via Ricasoli 15 Prato
Sarà acquistabile online sul sito della casa editrice www.farnesieditore.com, su www.ibs.it e su www.amazon.it e durante le manifestazioni di Rugby for Life il 21 di dicembre a Treviso e il 23 di dicembre a Vittorio Veneto.


giovedì 6 dicembre 2012

"Anatomie degli invisibili - Precari nel lavoro, precari nella vita" di Tiziana Grassi


Venerdì 7 dicembre 2012 alle ore 17 alla Fiera “Più libri più liberi”, presso il Palazzo dei Congressi (EUR), Sala Ametista, sarà presentato il libro della giornalista Tiziana Grassi. Libro-denuncia che, in forma di prosa poetica, affronta il dramma della crisi, del precariato e dei nuovi poveri.

Edito dalla Nemapress, Anatomie degli Invisibili richiama alla grave situazione di chi, al di là dell’età - trattandosi di un dramma italiano trasversale alle generazioni - vive uno stato di destabilizzante assenza di punti di riferimento economici e sociali.

Tiziana Grassi, per molti anni autrice testi a Rai International e Rai Uno, dopo aver pubblicato numerosi volumi di saggistica su questioni migratorie e media education, in questo libro di impegno civile sceglie di dare voce al vasto mondo del precariato attraverso fotogrammi-anatomie tratti dal vissuto, individuale e collettivo, dei cosiddetti “invisibili”, di chi non partecipa al ‘banchetto della vita’. Di chi ogni giorno decide di suicidarsi per problemi economici legati alla mancanza di lavoro (il volume raccoglie i risultati di una recente ricerca universitaria condotta dal Prof. Nicola Ferrigni della Link Campus University sulle morti legate alla recessione), di chi è costretto a subire disoccupazione, contratti co.co.co., co.co.pro, interinali, occasionali, “partite IVA”. Precari, nel lavoro e nella vita. Vite in retroguardia, senza presente e senza futuro, per un immobilismo sociale che nella flessibilità/mobilità, paralizza e nullifica vite, relazioni, aspettative, progetti.
Nella inusuale intersezione dei linguaggi - tra prosa poetica e cronaca - il volume vede l’Introduzione curata dal sociologo del lavoro, Prof. Domenico De Masi, la Postfazione a cura del poeta e critico letterario Dante Maffia, nonché un ricco apparato fotografico di denuncia sociale del fotoreporter Luciano Manna.

A rischio i diritti d'autore


Oggi 5 dicembre la Commissione europea si riunisce per un dibattito sul diritto d’autore. Di seguito trovate il link per firmare la petizione, che ci è pervenuta attraverso la FEP, Federazione europea editori, per chiedere alla Commissione di tenere in giusta considerazione le ragioni per la tutela del diritto d’autore: 
Tutti possono firmare. 

Di seguito la traduzione in italiano.

ASSOCIAZIONE ITALIANA EDITORI

Sul diritto d’autore si è detto di tutto. Anche molte cose senza senso. Negli ultimi anni, lo si è accusato di impedire la distribuzione delle opere, di ostacolare l’accesso del consumatore, di andare a gonfiare le tasche dei ricchi e, ancora peggio, di intralciare la libertà di espressione.

Il 5 dicembre, su iniziativa del suo Presidente José Manuel Barroso, la Commissione Europea in riunione collegiale terrà un incontro per esaminare le iniziative che la stessa Commissione potrebbe adottare nell’ambito del diritto d’autore.

Dobbiamo temere il peggio? E’ una domanda pertinente, specialmente considerando i legami e la quasi familiarità esistenti tra alcuni potenti gruppi di interesse privati anti copyright e alcuni dipartimenti e direttori della Commissione. Per sgombrare il campo da equivoci : il messaggio che traspare è che il diritto d’autore è il nemico dei consumatori e del loro desiderio di accedere alla cultura. Questa non è solo l’opinione di pochi soggetti marginalizzati in Europa.

La guerra al diritto degli autori di vivere della loro arte e ricevere giusti compensi, è al centro di un’intera coalizione: gruppi di interesse delle principali aziende della rete che cercano di esimersi dagli impegni fiscali verso gli stati membri da un lato e dall’obbligo nei confronti dei creatori e delle diversità culturali dall’altro; taluni gruppi di consumatori che considerano una necessità la totale e immediata soddisfazione della propria base, senza curarsi dell’impatto negativo sulle industrie culturali, sui posti di lavoro nel settore cultura e sulla sostenibilità del futuro della creatività ; dipartimenti amministrativi e persino commissari europei che confinano i diritti degli autori e la diversità culturale nei vecchi confini, escludendoli irrimediabilmente dal mondo del digitale.

I diritti degli autori sono, certamente, un concetto datato di secoli, ma anche sorprendentemente moderno, duttile e flessibile. Il diritto d’autore moderno è l’opera di un genio, Beaumarchais, che caratterizzò la sua epoca con le sue battaglie per la libertà. Per cento anni la tecnologia è progredita a un ritmo sempre crescente, a dir poco. I diritti d’autore hanno tenuto il passo con questo progresso e continuato a salvaguardare un principio fondamentale, cioè il diritto degli autori di avere un giusto compenso per l’utilizzo fatto delle loro opere, facilitando l’accesso pubblico a prodotti culturali.

E’ difficile immaginare un autore che voglia impedire che la sua opera, film, libro, musica venga vista, recensita o discussa dal pubblico. E’ però facile immaginare che le soluzioni digitali possano minacciare un diritto umano in particolare (art. 27 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani): il diritto dell’autore di ricevere un compenso ogniqualvolta la sua opera viene utilizzata.

Ci sono principi fondamentali che nessun tablet, smartphone o nuovo servizio dovrebbero minare. Il rispetto del diritto d’autore è uno di questi principi. Tuttavia quotidianamente in Europa, dove ebbe origine il diritto d’autore, il suo ruolo è contestato, il suo campo d’applicazione attaccato, la sua gestione collettiva criticata. Ogni giorno nuove eccezioni, o meglio espropri, vengono proposte; ogni giorno, meccanismi che rendono possibile finanziare la creatività vengono contestati in nome della libera concorrenza; ogni giorno, si denigra il pagamento dei diritti privati. Insomma, tutte le fonti di introito degli autori sono minacciate e attaccate.

A beneficio di chi? Non certo dei creatori stessi, la cui situazione generale diventa sempre più precaria in molti paesi! E nemmeno dei consumatori, il cui accesso alle opere non è facilitato dalla messa in discussione dei diritti d’autore e per cui il costo per l’acquisto di apparecchi digitali non è certo ridotto in alcun modo abbassando i pagamenti agli autori!

Commissari, Il 5 dicembre vi incontrerete sotto l’occhio vigile dei creatori, che contribuiscono alla futura identità dell’Europa. Per loro, i diritti d’autore sono ancora la migliore garanzia di una degna remunerazione e la più grande speranza di poter continuare a creare.

“L’Europa ama il cinema”, “L’Europa ama la cultura”? Sono slogan che fanno presa, ma devono essere messi in pratica e, cosa più importante, un nuovo slogan deve essere coniato: “L’Europa ama i diritti d’autore”!

mercoledì 5 dicembre 2012

Al Teatro OFFICINA di Milano "INVISIBILI - Il Viaggio dei migranti africani"


Parole e suoni contro il razzismo
L'arte via farà liberi...

INVISIBILI
Il viaggio dei migranti africani
Mohamed Ba dall’8 al 10 dicembre al Teatro OFFICINA


Le memorie di un popolo che cerca a tutti i costi di sopravvivere agli incubi della povertà: INVISIBILI – il viaggio dei migranti africani, dall’8 al 10 dicembre 2012 con Mohamed Ba, griot senegalese, narratore tribale, in scena al Teatro Officina.

Due cittadini africani s’incontrano su una spiaggia e cercano di sopravvivere sognando una vita migliore dall’altra parte della barriera. Le memorie di un popolo passato dalla schiavitù alla schiavitù degli aiuti, un percorso tra passato e presente attraverso le testimonianze, i ricordi e le speranze di chi lascia tutto senza nulla dimenticare.

Mohamed Ba è contemporaneamente il custode della tradizione africana e il rinnovatore che canta le contraddizioni storiche, i sogni, le speranze, i dolori e le gioie del continente nero e porta il pubblico a chiedersi: che ne sarebbe della nostra vita, a noi del nord del mondo, se non fossimo nati qui? Persino invecchiare non sarebbe permesso.
Miracolosamente sopravvissuto a un attentato razzista il 31 maggio 2009 a Milano, torna in teatro per raccontare i temi a lui più cari: il razzismo, la xenofobia, l'orgoglio per la cultura africana, il senso di inadeguatezza del migrante, il multiculturalismo.


Mohamed Ba - E' nato a Dakar, in Senegal. Mediatore e animatore culturale, ha aderito al movimento per la promozione della letteratura africana e al circolo dei giovani scrittori per l'alfabetizzazione nelle zone rurali. Migrato in Francia, è stato coordinatore dell'operazione Un immigré, un livre. Nel 1998 ha pubblicato Parole de nègre, sulle migrazioni nei paesi del Sahel. Nel 1999 trasferitosi in Italia ha collaborato con il centro ambrosiano di Milano per Ex cursus. E' fondatore del gruppo Mamafrica 2 che usa le percussioni per diffondere la cultura africana. E' autore e interprete di monologhi teatrali: Parole fuori luogo (2002), Musica e popoli (2003), B-Sogni (2004), Canto dello spirito (2006), Invisibili (2010), Incazzato bianco (2010). Nel 2011 ha portato in scena Relazione per un'accademia di Franz Kafka, per la regia di Heike Brunkhorst. Ha partecipato a vari progetti teatrali e a trasmissioni radiofoniche e televisive.
Nel 2012 ha recitato nella produzione dell’Associazione Pier Lombardo/Teatro Franco Parenti in collaborazione con il Teatro della Cooperativa, Sarabanda, sul tema delle migrazioni con la regia di Laura Pasetti. Lavora presso l'Ufficio Educazione Mondialità del PIME di Milano.



domenica 2 dicembre 2012

Da Editoriaraba "Qatar: carcere a vita per quattro versi"

di Rabii El Gamrani

La vicenda del poeta del Qatar incarcerato a vita per i versi di una poesia inneggiante alla rivoluzione tunisina e alla protesta contro i regimi arabi ha fatto il giro del mondo, rimbalzando sui social network e sui siti Internet che fanno informazione ai quattro angoli del globo. Una sola eccezione: al-Jazeera, il canale tv satellitare (nato su iniziativa personale dell’emiro del Qatar!) più famoso del mondo arabo non ha riportato la notizia né in inglese né in arabo.
Su editoriaraba la traduzione del poema
Che cosa hanno in comune questi personaggi: Vladimir Majakovskij, Silvio Pellico, Nazim Hikmat, Lazer Radhi, Mahmud Darwish e Mohamed Ibn Al Dahami Al Ajami?
Sono tutti poeti e sono stati in carcere a causa delle loro poesie. Uno di essi però è ancora in carcere e ne avrà per tutta la vita.Lo scorso 29 novembre, il tribunale penale di prima istanza di Doha, nel Qatar, ha condannato il poeta Mohamed Ibn Dahami Al Ajami all’ergastolo, laddove significa il carcere a vita.  La vicenda risale ad un anno fa, per l’esattezza al 16 novembre dello scorso anno: il poeta Al Ajami, molto popolare nel Qatar e in tutta l’area del Golfo per i suoi componimenti dialettali dai tuoni rivoluzionari, fu trascinato in carcere per via di una poesia. Anzi, voglio essere pignolo come quelli che l’hanno condannato: Al Ajami è stato condannato non per tutta la poesia, ma per quattro versi del suo poema. Al Ajami, in un impeto di entusiasmo dopo la rivoluzione tunisina, pensando di trovare un terreno fertile vista la copertura mediateca positiva che Al Jazeera ha riservato ai motti rivoluzionari del paese magrebino, ha inneggiato alla caduto di Ben Ali usando parole forti nei confronti di tutti gli altri regimi dittatoriali ancora in piedi. Tra l’altro si tratta di improvvisazioni poetiche dialettali e orali, nessuna scrittura o stampa è stata fatta della poesia, e l’unico canale di veicolazione della voce di Al Ajami mentre declama il suo poema è stato Youtube. Il poema è stato ripreso da un social network all’altro fino a diventare una specie di grido alla rivolta nel “ridente” Qatar. E le reazioni delle autorità non si sono fatte attendere. Nel preciso momento in cui il Qatar e il suo “braccio armato” Al Jazeera, facevano la voce grossa contro Ben Ali, Mubarak, Gheddafi e Al Assad, aprendo gli studi televisivi della potente e diffusissima emittente a oppositori e dissidenti, un poeta di 36 anni veniva trascinato in carcere per un poema. Dopo un anno di detenzione in isolamento assoluto, ieri è arrivata la sentenza: carcere a vita per aver incitato alla sovversione, offeso l’emiro e la sua famiglia. Al Jazeera con il suo motto “L’opinione e l’opinione contraria” non ha ritenuto necessario scrivere neanche una riga su Al Ajami. Per ora le reazioni internazionali alla condanna di Al Ajami sono confuse: il sito di Amnesty International riporta la notizia e chiede la mobilitazione a favore del detenuto, ma l’impressione è che si sia svegliato all’improvviso da un profondo sonno durante il quale si è consumata una tragedia a cui ora tenta di reagire confusamente. Tuttavia la più clamorosa e “divertente” delle iniziative è quella organizzata da un gruppo di poeti del Golfo che chiedono il rilascio del loro collega con una modalità piuttosto originale: ognuno ha composto una poesia d’elogio all’emiro del Qatar per ricordargli il valore del perdono, chiedendo a sua maestà di mostrarsi clemente nei confronti dell’umile suddito poeta.

Per quanto poco possa valere la mia voce, insieme alla vostra può essere almeno una testimonianza e un risveglio per le nostre coscienze per il grido libero dell’arte. Proviamoci. Invito tutti i lettori di questo commento a cliccare su mi piace e a diffonderlo.

domenica 25 novembre 2012

Nel segno di Dio

Milano, il dialogo interreligioso sulle orme di Sant'Agostino

Il premio Sant'Agostino che ricorda l'opera del grande filosofo cristiano d'Africa, battestato dal Vescovo Ambrogio a Milano, è andato all'Arcivescovo di Milano, Cardinale Angelo Scola, nella sua qualità di presidente della Fondazione Internazionale Oasis, per la promozione dell'incontro tra cristiani e musulmani. Lo stesso premio è andato - alla sua prima edizione - anche al Principe di Giordania, Ghazi Bin Muhammad Bin Talal; al Consigliere del Re del Marocco, André Azoula;, al Presidente della Fondazione Euromediterranea, Anna Lindh e al Direttore della rivista "Le Monde des Religions", Friederic Lenoir.
Un ottimo segnale che riparte dal nord del nostro paese e che siamo chiamati tutti a coltivare, religionsi e non. L'invito è a lasciare un commento, un invito.

giovedì 22 novembre 2012

Quando l’ascolto va in scena - Conversazione con Anna Rita Chierici


La maternità? Uno stato di grazia, un dono mistico

Una voce per ascoltare e raccontare: è racchiusa nel suono e nel rimando delle parole alle emozioni profonde l’amore di Anna Rita per il teatro, nato dalla curiosità dell’altro che è appunto un risuonare. Sulla parola e sul verbo delle donne lavora, facendo del corpo e dell’anima un unico che si muove all’unisono.

Ho conosciuto Anna Rita, nata a Mantova, una giovinezza in Liguria, ormai adottata da Roma, ascoltando la sua recitazione di versi poetici alla presentazione di un libro di Benny Nonasky qualche tempo fa. La sua voce, il suo andamento discreto, profondo e vibrante mi hanno colpita. Il suo tono è più basso, più accorato, più intimo della classica voce di donna. In lei risuona la femminilità dell’accoglienza che seduce di ritorno; non l’ammiccamento. Spesso le attrici italiane sembrano guardarsi sempre allo specchio; Anna Rita si guarda dentro. Non si espone sul palco come in vetrina, ma si mette di lato e invita il pubblico a seguirla…sulle tracce della parola. Arriva diretta la grazia che non è solo fisicità ma armonia, frutto probabilmente anche della costanza nella meditazione e nella pratica yoga.

Quando entra il teatro nella tua vita? 
«Molto presto, per attitudine prima che per scelta. Fin da piccola amavo molto leggere e ho cominciato a leggere ad alta voce, ad ascoltarmi quindi a leggere per gli altri. Poi vennero le recite; quindi - forse ero ancora alle scuole medie – una compagnia di ragazzi cercava un’interprete per il ruolo di Ismene nell’”Antigone” del drammaturgo svizzero Jean Anouilh (scritto nel 1941 e pubblicato nel 1943), un atto unico, e fu così che ho cominciato per gioco».

Come sei entrata dentro il teatro? 
«Mi piaceva molto ascoltare».

Lo posso garantire: nel corso della nostra conversazione io avrei dovuto fare le domande e lei dare le risposte; in verità credo di aver parlato e letto, soprattutto io. Fa parte dell’azione magnetica di Anna Rita: rovesciare i ruoli per arrivare al cuore delle persone.
Prima di porle la domanda sulla maternità tra incubo e sogno dalla quale è nata l’idea di fare una serie di interviste ad attrici e artiste, non ricordo più come ha cominciato a parlare di uno spettacolo “Il mondo delle cose senza nome”, tratto dal libro omonimo (edito da Fazi Editore), che va al cuore della maternità come pienezza, dolore e sfida, ma soprattutto comunicazione nel senso profondo di empatia.
E’ questa una delle tante interpretazioni teatrali alle quali è maggiormente legata. 
«”Il mondo delle cose senza nome” – mi ha raccontato - per la regia di Nello Cioffi, spettacolo del quale ho curato io stessa l’adattamento per la stagione 2007/2008 è uno spettacolo che fa parte della mia vita affettiva oltre che professionale e sono contenta che sia legato ad un premio, il Premio per il teatro Anima nel 2008. E’ un lavoro al quale sono affezionata perché ho seguito passo passo la genesi del testo, di una mia cara amica e ho sofferto insieme la storia. L’autrice, Daniela Rossi, è una scrittrice, pittrice e psicologa milanese che si è trovata ad affrontare la sordità del figlio da sola, mentre il compagno si allontanava incapace di sostenerla e i medici si limitavano a dare sentenze, in alcuni dei casi, fortunatamente rivelatesi errate come la presunta affezione da sordità profonda. La realizzazione teatrale è diventata la rappresentazione dello sforzo di comunicazione intimo portato avanti da una madre verso un figlio e riproposto in chiave sociale con una forte empatia registrata da parte del pubblico, grazie anche all’uso delle immagini e della danza. Tra l’altro è stato simbolicamente realizzato uno spettacolo anche per non udenti con i sopra titoli ed una struttura nella quale la corporeità fosse una componente determinante. Purtroppo il Teatro Nazionale dell’Opera di Roma che aveva dimostrato grande interesse e apprezzamento, dipendeva dall’Opera di Roma che fu commissariata, bloccando tutti gli spettacoli. Il risultato fu di grande amarezza e fu annullato anche lo spettacolo in programma al Teatro Duse di Genova per il quale io lo avevo adattato con un lungo processo di riduzione e una fatica non indifferente».

Adesso a cosa stai lavorando? 
«Mi piacerebbe portare nuovamente in scena questo spettacolo al quale sono rimasta profondamente legata. Inoltre debutto il 14 dicembre a Gualdo Tadino con un monologo dedicato a’ “Il testamento di Anita Garibaldi”, scritto da Valentino Zeichen, pubblicato quest’anno».

Ancora una storia al femminile.
«Sì ed è soprattutto sui monologhi di donne che vorrei concentrare la mia attenzione. Per ora ho messo in scena lo spettacolo solo con un test alla Galleria dell’artista Enzo Cucchi a Roma a giugno scorso e finalmente debutta a teatro; quindi spero di portarlo a Roma per il 2013. E’ interessante il personaggio analizzato, non tanto come figura storica, quanto nella sua femminilità, filtrata a 360 gradi, soprattutto per il suo amore assoluto verso un uomo rispetto al quale la storia l’ha letta come la spalla, la deuteragonista. Il testo la riscopre nella sua modernità e tragicità, morta in Italia incinta di sei mesi».
Un altro testo sul rapporto complesso tra donna e maternità. Hai interpretato altre volte il ruolo di madre? «Nella fiction per Rai 1 di Vittorio Sindoni, “Non lasciamoci più”».

Cos’è la maternità per te? 
«Uno stato di grazia, un regalo mistico del quale a distanza di sedici anni, dalla nascita di mio figlio, ricordo tutto l’incanto, il senso di felicità irrazionale e soprattutto di pienezza con quella sorpresa che è la vita».

L'intervista integrale su Saltinaria.it

martedì 20 novembre 2012

"Sono caduta dalle scale. I luoghi e gli attori della violenza di genere" - Venerdì 23 novembre, Napoli


Nella giornata dedicata alla violenza sulle donne

La Fondazione Valenzi

Venerdì, 23 novembre alle ore 11.00 presso Palazzo San Giacomo a Napoli, nella sala Pignatiello presentazione di "Sono caduta dalle scale. I luoghi e gli attori della violenza di genere"

L'incontro e' organizzato con l'Assessorato alle pari opportunità del Comune di Napoli e il Dottorato di Studi di genere dell'Università Federico II.
Il volume, a cura di Caterina Arcidiacono e Immacolata Di Napoli, inquadra a livello storico e sociale la violenza di genere in famiglia e presenta i risultati di una ricerca con medici, parroci e operatori dei servizi. La violenza domestica è invisibile fintanto che non diventa femminicidio.

Il libro cerca di dirci come dare voce alle donne e impedire il massacro in "nome dell'amore".

sabato 10 novembre 2012

"Alza la voce per chi non ha voce" con Amnesty International

Questo blog sposa la campagna di Amnesty International



venerdì 12 ottobre 2012

Un appello alla vita di Jérome Lejeune

 
Al Meeting di Rimini una mostra insolita e lo scopritore della sindrome di Down riflette sul valore della vita in una società nella quale si è abituati a costruirla su misura dei desiderata, a smontarla come il lego e a cestinarla quando non serve o è scomoda. Tutto ha un prezzo e i rifiuti sono spesso un ingombro dififcile da sopportare. Un'iniziativa che ha colpito la Francia figlia dell'illuminismo dov'è in atto una campagna di tono molto diverso. Dal dialogo può nascere nutrimento, per entrami.

domenica 7 ottobre 2012

Dalla rivoluzione alla transizione

In Tunisia è un passo tutt'altro che scontato eppure è proprio nella transizione che in nuce c'è il futuro della democrazia del domani o della controrivoluzione o ancora di una nuova dittatura. Vi invito a seguire il mio cammino da' "I giorni dei gelsomini" a' "Tunisi, taxi di sola andata", alla prossima tappa, un reportage ambientato nell'estate 2012, in pubblicazione nel 2013 con Albeggi.

mercoledì 3 ottobre 2012

Sabato 6 ottobre a Napoli- Fondazione Valenzi "Le nuove generazioni del Mediterraneo"


Sabato 6 Ottobre alle ore 10.00, presso la sede del Maschio Angioino, nell'ambito del ciclo di seminari “Il Mezzogiorno fra Europa e Mediterraneo”

Gianni De Michelis svolgerà una riflessione su “Le nuove generazioni del Mediterraneo”

Il terzo incontro del ciclo seminariale “Il Mezzogiorno fra Europa e Mediterraneo”, diretto dal Coordinatore del Comitato d’Indirizzo della Fondazione Franco Iacono e inserito nel più ampio programma dell’edizione 2012 della Scuola di democrazia europea promossa dalla Fondazione Socialismo di Roma.

Il prossimo incontro è previsto per sabato 13 Ottobre con l’intervento di Piero Craveri.



martedì 25 settembre 2012

Da Pordenonelegge la denuncia etica del maitre 'a penser Marc Augé del furto del tempo, in parte furto dell'inferiorità


Mi riconosco molto nella vittima del tempo dell'agenda, come dico io, il tempo degli appuntamenti dove gli altri sono spazi da riempire, ridurre, dilatare e purtroppo non da vivere.

“Ci hanno rubato il futuro, si sono presi il nostro tempo”. Le pronuncia sottovoce ma spaccano i timpani, sono una sveglia che non vuoi sentire le parole di Marc Augé nel chiostro della biblioteca civica di Pordenone. Questo signore, dal volto francescano incorniciato da un’argentea barba, sorride e parla con misura. C’è una sola parola che ripete diversa dalle altre, con pienezza leggera, con forza silenziosa, con entusiasmo trattenuto: Temps. Ma chi ha ucciso il nostro tempo? Gli autori del delitto sono due: la crisi della finanza che ha cancellato ogni progetto e la tecnologia che ci tiene inchiodati all’istante con i telefonini e Internet. Tra il pubblico non manca chi furtivamente, più furtivamente di altre volte, non resiste, e quell’occhiata al telefonino, quella sbirciatina al tablet non riesce proprio a fare meno di darla. Siamo qui e nello stesso tempo lì, nell’acquario virtuale. Ma il tempo reale delle connessioni uccide lo spazio reale avverte, Augé. Ci impedisce una ricerca di senso che possiamo compiere solo all’interno di un’organizzazione del tempo e dello spazio. L’istantaneità è il contrario del tempo, l’ubiquità nega lo spazio e la comunicazione on line non dà vita a una vera relazione che si compie solo alla presenza dei soggetti, altrimenti non si spiegherebbe perché le persone sentano il bisogno d’incontrarsi.
La dittatura del presente fa scomparire gli spazi, il correre da una parte all’altra, dalla realtà alla rete, da un paese all’altro, dalla città alla periferia, produce un decentramento delle persone dai luoghi reali ai luoghi virtuali o ai non luoghi (aeroporti, supermercati, stazioni) dove scompaiono le condizioni per conoscere gli altri. Corriamo da una connessione all’altra, da un paese all’altro ma non basta più,  tant’è si organizzano viaggi nella stratosfera: più corri e meno tempo-spazio hai a disposizione.
Per riappropriarci del futuro secondo Augé abbiamo bisogno di riappropriarci del tempo. Lo dice per l’ennesima volta, Temps, lo dice con affetto, con meraviglia, Temps detto così significa: il tempo è la cosa più preziosa che abbiamo e dobbiamo usarla per coltivare il nostro giardino, che non è le jardin  di Voltaire, ma il mondo. La questione che sta al centro del futuro è l’accesso alla conoscenza: il figlio di un contadino dell’Afghanistan e il figlio di un professore di Harvard devono poter frequentare le stesse scuole. È questa l’idea di mondo per la quale vale la pena impegnare il nostro tempo, senza cadere nel dogmatismo delle utopie, che sono l’origine dei sistemi totalitari, ma ispirandoci al metodo della scienza che mette in discussione le proprie teorie ed è pronta a cominciare daccapo. Un giardino della conoscenza aperto a ogni uomo, senza distinzioni di ceto o provenienza perché per dirla, con le parole di Sartre, “Ogni uomo è tutto l’uomo”.Dopo gli applausi si forma una lunga fila, come a messa per la comunione. Augé firma il suo ultimo libro Futuro (ed. Bollati Boringhieri) e i fans sorridono e chinano il capo in segno di riconoscenza, forse qualcuno pensa a un signore, anche lui con la barba, vissuto circa duemila anni fa, che parlava di uguaglianza.

Scritto da Mario Anton Orefice

Segnalo: http://corsadellanima.blogspot.it/2012/09/auge-il-futuro-rubato.html

sabato 15 settembre 2012

Alla Fondazione Valenzi dal 22 settembre Seminari su "Il Mezzogiorno fra Europa e Mediterraneo"

22 settembre-27 ottobre
Seminari sul Mezzogiorno fra Europa e Mediterraneo presso la sede della Fondazione Valenzi a Napoli (Maschio Angioino)

Sabato 22 Settembre dalle 10 al Maschio Angioino nella sede della Fondazione, una lectio magistralis dello storico e politico Piero Craveri su Europa e Mediterraneo inaugura il ciclo seminariale dal titolo “Il Mezzogiorno fra Europa e Mediterraneo”, sui nuovi scenari europeisti per il Mezzogiorno nel contesto della crisi economica e sociale. 
Il ciclo di incontri, diretto dal Coordinatore del Comitato d’Indirizzo della Fondazione Franco Iacono, verrà introdotto dal direttore di Mondoperaio Luigi Covatta e rientra nel più ampio programma dell’edizione 2012 della Scuola di democrazia europea promossa dalla Fondazione Socialismo di Roma.
I seminari si svolgeranno tutti i sabati mattina dal 22 Settembre al 27 Ottobre al Maschio Angioino.
Una rinnovata piattaforma riformista ed europeista, nel contesto della crisi economica e sociale che attraversa il Paese e in special modo il Mezzogiorno, sarà al centro delle riflessioni proposte durante i seminari.

Calendario degli appuntamenti:
22 Settembre ore 10
Piero Craveri – Europa e Mediterraneo

29 Settembre ore 10
Carmine Pinto – Partiti e classi dirigenti nel Sud

6 Ottobre ore 10
Gianni De Michelis – Le nuove generazioni del Mediterraneo

13 Ottobre ore 10
Antonio Badini – La primavera araba

20 Ottobre ore 10
Massimo Lo Cicero – Il meridionalismo italiano e il Mediterraneo

27 Ottobre ore 10 - Tavola Rotonda di chiusura:
Italia e vocazione mediterranea. Interventi di Stefano Caldoro, Biagio de Giovanni, Gianni Pittella, Umberto Ranieri.

Presiede Gennaro Acquaviva, presidente della Fondazione Socialismo.

domenica 9 settembre 2012

Dal 27 al 30 settembre "Torino Spiritualità"

A Torino dal 27 al 30 settembre il Circolo dei lettori organizza le giornate della spiritualità.
Tra le altre iniziative in programma, la lettura del Corano.

Sito web

sabato 8 settembre 2012

"Avere vent'anni a Tunisi e a Il Cairo"

Pubblichiamo un estratto dall'intervento di Khaled Fouad Allam in occasione dell'incontro con Ilaria Guidantoni, che si è svolto oggi - 8 settembre 2012 -(nel corso del Festival Comodamente di Vittorio Veneto) sul tema "Avere vent'anni a Tunisi e a Il Cairo"
Dal blog
http://corsadellanima.blogspot.it/

“Avevo vent'anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita», scriveva Paul Nizan nel 1931. “Avere vent’anni a Tunisi e a Il Cairo” è il titolo dell’ultimo libro del sociologo e scrittore Khaled Fuad Allam (in libreria in autunno) che scompagina lo stereotipo della Primavera araba: “Non c’è rivoluzione nel mondo arabo, non è possibile - sostiene Allam. Lo scardinamento temporale tra un prima e un dopo appartiene alla cultura occidentale, tanto che Albert Soboul intitola un suo famoso saggio 1789, l’anno primo della libertà, nel pensiero islamico invece il tempo non appartiene agli uomini ma a dio.” Se parlare di rivoluzione è fuorviante, nemmeno la rete per Allam ha quel ruolo centrale che le attribuiscono i media perché non si costruisce pensiero nei social media, non c’è un’autorità, un autore a cui riferirsi, i social media e internet, come il linguaggio giornalistico, agiscono nel presente, creano contemporaneità, passaggio veloce delle informazioni, ma per costruire un vero cambiamento è necessaria un’ideologia, un programma. Ho cercato di capire chi sono i giovani che sono scesi in piazza, che musica ascoltano, che cosa leggono. Il loro animo è combattuto, spaesato, disorientato, tra un possibile cambiamento e un attaccamento molto forte alle loro radici. La Turchia per molti rappresenta un modello dove Oriente e Occidente hanno trovato un terreno d’incontro. Se da un lato si guarda alla Turchia, dall’altro si discute dell’articolo sull’uguaglianza uomo donna per sostituire il termine uguaglianza con complementarità, alcuni movimenti fondamentalisti caldeggiano l’introduzione di una norma sulla poligamia. La morale sessuale è fondamentale per l’ordine politico, il ’68 in questo senso è stato innanzitutto un movimento che sanciva l’uguaglianza tra uomo e donna."

Basterebbe questa lente per comprendere quanto la democrazia sia ancora lontana nei paesi della Primavera araba.
Attirati dalla modernità e nello stesso tempo ancorati alla sharia, i giovani di Tunisi e del Cairo scendono in piazza, usano Facebook, ascoltano la musica del rapper El general e nello stesso tempo non possono rappresentare la figura umana nelle opere d’arte. Una sofferenza esistenziale descritta in modo efficace dallo scrittore marocchino Abdellah Taia in Une mélancolie arabe:
“La fine di me stesso come credente. Senza religione. Senza dio. Gettato nel vuoto, con le vertigini, impaurito nel labirinto del Cairo. La follia. La sconfitta. Ed io nel cuore di un mondo arabo che, in fondo, nemmeno lui crede più a nulla. Un mondo assurdo. Un mondo-prigione, dove la poesia è ormai merce rara. Un mondo in cui gli stessi errori vengono instancabilmente ripetuti. E in cui era sempre, di certo, colpa degli altri, gli occidentali. Io non avevo più tenerezza per lui. Neanche per me. In me avevo all’improvviso una lucidità impeccabile. L’orrore. Io cadevo. Il mondo arabo cadeva. Prima di me, insieme a me. Noi ci trovavamo in perfetto accordo, ma era solo apparenza. Noi avevamo perso la testa, in un istante. Ma avevamo nutrito la speranza di lasciarci, emigrando da noi stessi. Noi eravamo, l’uno e l’altro, in caduta, nel grido, nella nostalgia, nell’ignoranza.
Nulla sarebbe stato come prima. Dio non esiste più. Ne avevo l’intima convinzione in quel momento. Ero maledetto. Maledetto, maledetto.”

giovedì 6 settembre 2012

"Con_vivere" Carrara Festival: Mediterraneo popoli e culture

Dal 7 al 9 settembre a Carrara va in scena il Mediterraneo, la cultura al servizio della pace
Tra gli appuntamenti "Ritratti del Mediterraneo", mostra fotografica di Pino Bertelli. Da un lato i volti di 11 città del Mediterraneo, dall'altra i migranti - Biblioteca Accademia di Belle Arti, dal 7 settembre ore 16.
Tangeri cafe' orchestra: "Sulla via di Tarifa" e' il titolo del concerto dell'orchestra diretta da Jamal Ouassini, un inno al Mediterraneo dall'Andalusia al Maghreb - Piazza Alberica, 8 settembre, ore 21.30.
Tra gli ospiti la bloguer tunisina Lina ben Mhenni e lo scrittore Farid Adly.

Sito web

sabato 1 settembre 2012

Lettera di Fouad Aodi, segretario Comai in occasione della scomparsa del Cardinale Carlo Maria Martini

Pubblichiamo la lettera scritta da Fouad Aodi, segretario Comai, per la scomparsa del Cardinal Martini, ricordando un uomo di dialogo interreligioso ed apertura agli immigrati.


Grazie dal popolo arabo, palestinese  e dell'immigrazione ad un grandissimo uomo del dialogo.
Questo è il profondo apprezzamento che il mondo arabo, il mondo palestinese e dell'immigrazione in Italia esprime alla persona del cardinale Martini che tristemente ci ha lasciato per motivi di salute, lasciando un vuoto enorme per tutti noi che vedevamo in lui la persona giusta nel posto giusto sia prima a Milano, sia da ultimo in Palestina, cosi dichiara Foad Aodi, Italo-palestinese, Presidente della Co-mai ed Amsi nonché promotore del movimento Uniti per Unire.
E' stato un grande uomo e Cardinale prezioso, prosegue Aodi. I palestinesi, gli arabi e gli immigrati lo ricorderanno con stima e tanto affetto per il suo continuo impegno a favore dei diritti umani, dell'integrazione degli immigrati, dell'assistenza sanitaria degli immigrati, del dialogo interreligioso e del rispetto reciproco di tutte le religioni.
Inoltre Aodi ci tiene a precisare che il Cardinale Martini sapeva parla alla gente sia in Italia che in palestina ed ha sempre ricordato i legittimi diritti del popolo palestinese alla giustizia, alla libertà e all'autodeterminazione. Esprimiamo il nostro cordoglio e la nostra vicinanza alla chiesa per questa grande perdita che rimarrà nei nostri ricordi insieme al grande Papa Giovanni Paolo II.

martedì 28 agosto 2012

Festival delle Storie 2012

28 agosto - San Donato Val di Comino 

programma della giornata

sito Festival

Vittorio Macioce presenta Vanna Vannuccini con L'amore a settant'anni e il diritto d'amare oltre la fertilità e Giulio Mozzi con Ricordi d'infanzia. Vanna Vannuccini racconta come la cinematografia, la dimensione culturale che più forma il nostro immaginario, racconta l'amore e la gioia della terza età, riservati non solo ai ricchi e famosi.

Vanna Vannuccini, Vittorio Macioce, Giulio Mozzi

Il canto dei precari risuona a San Donato con Michela Giannetta, Daniela Ranieri e Luca Manzi intervistati da Carlo Annese, Vicedirettore di "JQ". Tre approcci narrativi differenti raccontano il precariato post industriale dopo una letteratura sterminata sugli sconfitti e le vittime del mondo industriale che la cinematografia ha reso quasi una leggenda.
Il canto dei precari
Dopo la durezza e alienazione della vita da fabbrica alla fluidità e disorientamento della precarietà; dalle catene di montaggio alle rotative culturali.

Giovedì 30 agosto - Festa di "Parole di Lulù", Casale del Treja


PROGRAMMA

Area intorno al casale (vallata 1 e 2)

MATTINA (ore 11- 13)
11:00 lettura animata “Piccolo giallo e piccolo blu”
11:30 Mini olimpiadi: mini tornei, mini staffette...etc..
dalle 11 in poi … spazio Be.Bi.e pittura a dita per bimbi piccoli
dalle 11 in poi … sezione trucca bimbi
dalle 11 in po …. sezione smalti colorati
dalle 11 in poi …. stand colori arcobaleno per foto ricordo con mascotte
Tutto il giorno … punto informativo e vendita magliette

ORE 13 -14 pausa pranzo

POMERIGGIO (ore 14:00-20:00)
14: Superprestigiatore Vitosvito
15: Quiz musicale
16: Caccia al tesoro
17: spettacolo di burattini (compagnia Karibù)
18: Baby dance, Giochi Musicali, Semaforo
19: Maxi Pignatta

Area Pic-Nic (vallata 3)
POMERIGGIO (ore 15:00-18:00)
Vari spettacoli di artisti di strada:
“Green man” Adrian Schvarstein
“Acrodrama” Acrobatica aerea, trampolieri
Spettacolo bolle di sapone
Bamboo (improvvisazione musicale)
Giocolieri

Area Partita (vallata 4)
POMERIGGIO (ore 18:00-20:00)
Triangolare di calcio :
- Nazionale Italiana Cantanti
- Ecmo Team del Bambino Gesù
- Scuola calcio di Mazzano


Area intorno al casale
20.30 Fine evento con sorpresa finale


COSTI (interamente devoluti all'Ospedale Bambino Gesù):
adulti 10 euro
bambini 5 euro
(i biglietti si faranno in loco il 30 senza bisogno di prevendita nè prenotazione)


http://pensieri-parole.max.gazzetta.it/2012/08/23/niccolo-fabi-unaltra-festa-per-ricordare-lulu/#.UDZ-pF035Nk.facebook


domenica 19 agosto 2012

Diritti della persona, le donne tunisine in prima linea

Un impegno per le donne Tunisine, l'uguaglianza contro la complementarietà è un argomento di grande attualità dopo una proposta per cambiare la Costituzione che proviene da una parte di EnnahDa. In prima linea è scesa in piazza la scrittrice e antropologa Lilia Zaouali.
Su' "Il Corriere della Sera" del 19 agosto 2012 a p. 13 è da leggere l'articolo "Non tradiremo il sogno delle nostre madri".

E' un'amica e sarà ospite a Piazza Maghreb il 31 agosto per la notte bianca del Festival delle storie a Picinisco (Frosinone) che io stessa condurrò e sarà un'occasione per confrontarsi sull'argomento e sul potere della parola e dei libri per cambiare il corso delle cose.

mercoledì 15 agosto 2012

Christiania a Copenhagen...verso la normalizzazione

La città libera e ai limiti della legalità, nella città, all'interno di uno dei quartieri più elegantio della capitale danese, è sottoposta da tmepo ad un processo di normalizzazione. La fine di un sogno? O semplicemente la sua evoluzione? E' il prezzo di crescere, accettando le condizioni per sopravvivere. E' passato molto tempo da quando un gruppo di anarchici nel 1971 occuparono la base navale e fondarono il libero stato di Christiania, un paradiso illegale, ma un'oasi di pace, di natura, il regno dei bambini e della libertà che - si sa - a volte sconfina nell'indecenza. Purtroppo l'entrata dell'eroina ha sconvolto alcuni equilibri e l'amore libero ha lasciato il posto a stupri; le droghe pesanti che erano state bandite si sono infiltrate con il loro carico di violenza; costringendo proprio i christianiti a chiamare la polizia. Un compromesso o forse una necessità? Pur essendo molto lontana da quel modello di città ne ho subito il fascino soprattutto per il racconto di amici che ci hanno vissuto. D'altronde le città ideali non esistono, al più possono essere disegnate e adattate ad un'epoca che quando ha fatto il suo corso cambia le regole. Segnalo il servizio pubblicato su "la Repubblica" del 14 agosto 2012.

Un libro ti farà libero

Su "la Repubblica" del 14 agosto 2012 un articolo interessante sull'esperimento in alcuni carceri del Brasile, promosso dal Presidente della Repubblica. I detenuti per ogni libro letto dietro presentazione di una sintesi scritta avranno diritto a 4 giorni di permesso cumulabili fino ad un massimo di 48 giorni l'anno. L'idea è frutto di esperienza e dolore personale, quello di chi è stato detenuto per motivi politici e ha scoperto che aprire un libro è aprire un mondo e una possibilità di uscire dalla cella anche se virtualmente. Un esperimento degno di nota al quale auguriamo successo.

domenica 12 agosto 2012

13 agosto 2012 con le donne tunisine


La dichiarazione per i diritti delle donne non si tocca!

Il 13 agosto dello scorso anno, giorno della ricorrenza della promulgazione del Codice dello Statuto personale del 1956, le donne tunisine sottoscrissero la Dichiarazione per i diritti delle donne, l’uguaglianza e la cittadinanza.
La pubblicammo allora segnalando la forza del messaggio, la determinazione ed il coraggio con i quali le nostre sorelle dell’altra sponda del Mediterraneo andavano a rivendicare “il rispetto della dignità e della piena cittadinanza di tutte le tunisine”.
E’ trascorso un anno e la vigilanza e lo spirito di lotta non sono certo venuti meno, ma lo scenario apertosi a seguito delle elezioni dello scorso ottobre  presenta aspetti preoccupanti. Ci giunge infatti un appello accorato ed allarmato con il quale le donne tunisine più impegnate nella ricerca di una vera emancipazione segnalano il pericolo di un grave arretramento. Si paventa, infatti, che la nuova Carta Costituzionale, in luogo della richiesta uguaglianza e parità delle donne in una condizione di cittadinanza piena, riservi loro un ruolo di “complementarietà” nei confronti di quello maschile.
E’ ciò che viene detto nella petizione che pubblichiamo, aderendovi ed invitando alla sottoscrizione ed alla più ampia diffusione possibile.
Non sono in gioco solo il futuro  e la dignità delle donne tunisine. E’ una lotta che ci accomuna perché ogni menomazione dei diritti fondamentali della donna ci riguarda e ci colpisce direttamente.
Facendo nostro il loro appello, celebriamo insieme alle donne tunisine la ricorrenza del 13 agosto.




sabato 11 agosto 2012

La festa della donna in Tunisia


 TUNISIENNES, SYMBOLE DE LA REPUBLIQUE

PAS DE REPUBLIQUE SANS EGALITE


FEMMES TUNISIENNES COMBATTANTES, TRAVAILLEUSES
Dans les usines et les champs, dans les villes et les campagnes, dans les foyers et aux fournaux, sur les lieux de travail, dans les écoles et les universités....

UNISSONS NOUS POUR:
La liberté, la dignité humaine, la justice sociale et l'égalité,
la citoyenneté pleine et entière;
l'égalité des chances

LES FEMMES TUNISIENNES DANS LA MEMOIRE NATIONALE
°          Elyssa je suis, celle qui selon la légende fonda Carthage il y a 3000 ans.
°          Sainte Perpétue je suis, celle qui, native de Tébourba au troisième siècle, légua aux tunisiennes le premier 'manuscrit'.
°          Kahéna la berbère je suis, celle qui combattit les invasions au septième siècle.
°          Arwa la kairouannaise je suis, celle qui imposa le contrat de mariage kairouannais et interdit la polygamie au 8ème siècle.
°          Om Mlel Sanhaji je suis, celle qui gouverna la Tunisie pendant la période islamique il y a de cela plus d'un millier d'années.
°          Sainte Aicha Al Manoubia je suis, celle qui au 13ème siècle dit non au mariage pour se consacrer à l'étude du Fikh avec Belhassen Chadli.
°          Princesse Atef je suis, celle qui au 13ème siècle se consacra à la science, à la connaissance et fondatrice de l'école taoufikia.
°          Aziza Othmana je suis, celle qui au 17ème siècle fit don de ses biens pour  construire un hôpital, aider les plus démunis et libérer les esclaves.
°          B'chira Ben Mrad je suis, celle qui lutta et souffrit des affres de l'oppression (1913-1993).
°          Nabiha Ben Miled je suis, celle qui lutta pour l'indépendance de son pays (1919-2009).
°          Taouhida Ben Cheikh je suis, celle qui fut la première femme médecin tunisienne en 1934; l'hôpital Montreuil à Paris porte mon nom.
°          Habiba El Menchari je suis, celle là même qui retira son voile en 1924 lors d'une réunion avec les dirigeants du mouvement national.

TOUTES LES FEMMES TUNISIENNES: JE SUIS CELLES QUI DEPUIS DES MILLIERS D'ANNEES NE CESSENT DE CRIER NON A LA SOUMISSION CITOYENNES TUNISIENNES NOUS SOMMES

LES ACQUIS

°          Promulgation du Code du Statut Personnel le 13 août 1956
°          Droit à l'éducation, au travail et au vote
°          Abolition de la polygamie et obligation de publier les bans
°          Limite de l'âge minimum du mariage et condition de consentement des conjoints
°          Interdiction de la répudiation; le divorce doit être prononcé uniquement par les tribunaux; création d'une caisse pour les allocations familiales
°          Adoption du principe de responsabilité familiale partagée
°          Droit de tutelle
°          Droit de choisir le régime de la communauté des biens lors du mariage
°          Egalité entre les hommes et les femmes dans le travail

'La faillite (ou son contraire) d'une société tout entière est intimement liée à la condition sociale de la femme, de ses frustrations et de la peur qui l'entrave. Il appartient aux esprits éclairés de cette nation de se convaincre de leur égalité (avec les hommes)'.
TAHAR HADDAD, Notre femme dans la charia et la société publié en 1930 et réédité sous le titre Notre femme, la législation islamique et la société, éd. Maison tunisienne de l'édition, Tunis, 1978.

REALITES ET DEFIS
°          Harcèlement visant à limiter la liberté des femmes dans les espaces et les moyens de transport publics et à les contraindre au port d'une tenue vestimentaire 'décente' et 'conforme à la religion'.
°       Violences verbales visant à humilier les femmes, violences physiques visant à les terroriser, violence politique.
°       Difficultés et souffrances dans les régions déshéritées.
°       Perte de l'indépendance financière en cas de chômage.
°       Arrêt prématuré de la scolarité (particulièrement dans les zones rurales).
°       Non-reconnaissance des compétences féminines dans le domaine politique.
°       Discrimination dans les propositions relatives aux droits des citoyennes dans la future constitution.

DEFIS
°       Promulgation d'une loi criminalisant toute forme de violence à l'égard des femmes
°       Instauration d'un observatoire pour la discrimination et les violences faites aux femmes
°       Adoption du principe de parité à tous les niveaux (parlement, conseils régionaux, municipalités)
°       Reconnaissance des compétences féminines en garantissant leur participation à la vie politique et le droit des citoyennes tunisiennes à se porter candidates à tous les niveaux
°       Offrir les conditions en termes d'infrastructure et de crèches permettant aux citoyennes (et aux citoyens) d'assumer leurs responsabilités professionnelles et autres
°       GARANTIR
        Une couverture sociale aux travailleuses (aides ménagères, ouvrières, ouvrières agricoles)
        L'égalité des chances dans l'accès aux soins médicaux, l'enseignement, la formation, l'emploi et à la promotion à tous les niveaux
        Le droit à la santé pour tous

CONSTITUTIONNALISATION DES DROITS HUMAINS POUR GARANTIR LA CITOYENNETE ET L'EGALITE ENTRE LES FEMMES ET LES HOMMES

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma
Ilaria Guidantoni insieme all'attore teatrale Giuseppe Bisogno, che ha curato le letture, e al musicista Edoardo Inglese, autore di una selezione di brani musicali

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012
Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata a Milano", libreria Milano Libri. Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, il presidente del Touring Club Italiano, Franco Iseppi, e Laura Silvia Battaglia, inviata esteri di Avvenire. Letture a cura dell'attore Michele Mariniello

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012
Ilaria Guidantoni ospite di RADIOLIVRES, con Vittorio Macioce, caporedattore de' Il Giornale, ed Edoardo Inglese,"musicante", in una serata di parole e musica

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo
L'autrice tra Lorenzo Veroli, il Segretario del Club e Chiara Ercolino

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012
Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, l'on. Elisabetta Zamparutti (Radicali Italiani) e il giornalista tunisino Salah Methnani, inviato di Rainews24

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"
Marzia Messina, ideatrice del progetto e realizzatrice per "Prima che sia buio" della foto dell'autrice

Il fotografo di 365D Sham Hinchey

Il 29 agosto di 365D

Con Raffaella Fiorito, mia vicina di calendario

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Metti una sera d'estate, prima che sia buio...

"Prima che sia buio" incontra l'arte alla Galleria Barbara Paci di Pietrasanta

Ilaria Guidantoni e Barbara Paci

La scrittrice con i genitori

La scrittrice tra Daniela Argentero e Barbara Paci

La scrittrice tra gli amici

Leggendo "I giorni del gelsomino" con il pittore Agostino Rocco

Leggendo "Colibrì"

L'autrice con Agostino Rocco

A Jorio, dedicato a Pistoia, alla Toscana e a una città d'arte

Tra Firenze e Pistoia

Con il pittore Agostino Rocco tra parole e immagini