mercoledì 28 dicembre 2011

Recensioni di libri, uno spazio aperto di discussione

Il blog è una piazza virtuale di dialogo con gli autori che vogliano intervenire accanto ai loro libri.
A tutte le case editrici che lo desiderino, si può mandare la richiesta a uff.stampaguidantoni@libero.it, quindi vi sarà inviato l'indirizzo al quale mandare copia del libro da recensire.

mercoledì 21 dicembre 2011

Aspetta, Racconto inedito


di LAVINIA COLLODEL

Concorso Subway 2011


“Hey Giù, hai sentito Chicca?”
“…Aspetta un attimo, sto uscendo dal supermercato. ”
“Dai Giù, è importante, richiamami più tardi. ”
“No, no, aspetta, ti do retta subito. Eccomi. ”
“Che fine ha fatto Chicca?”
“Non ne ho la più pallida idea. Non la sento da un mese, più o meno”.
“Ma è una tua amica.”
“Sì certo, ma tutte e due avevamo un arretrato di lavoro che non hai idea. E’ andata così, questo mese.”
“Ma l’hai mai cercata?”
“Perché tutta questa fretta ora? E’ successo qualcosa?”
“No, credo nulla” .
“Appunto” .
“E’ solo che non si fa più viva”.
“Capita a volte, no?”.
“Ma stavamo iniziando a uscire insieme”.
“Beh avrai combinato qualcosa” .
“Non capisco cosa” .
“Non mi avete raccontato nulla di voi due, che ne posso sapere io?”
“Ma tu sei femmina, prevedi” .
“Mi stai dando della strega?”
“Un po’ bruttina sei” .
“Un tesoro” .
“Dai non scherziamo. Voglio capirci”.
“E chiamala, no?”
“Non risponde. E non richiama. Al terzo silenzio mi sono fermato”.
“Immagino nella stessa giornata”.
“No, una telefonata al giorno”.
“In tutto fanno tre”.
“Sì, tre giorni”.
“Non mi sembra una tragedia. Falle riprendere fiato per chiamarti” .
“Ma ci stavamo vedendo tutti i giorni”.
“Ecco. Falle riprendere fiato, ripeto”.
“Ma a me piaceva, così”.
“Magari anche a lei, ma probabilmente ha anche da fare.… Sei morto?”
“Stavo pensando”.
“Non troppo, per favore. Aspetta”.
“Le mando un mazzo di fiori, che dici?”
“Un’idea carina, ma portaglieli la prossima volta che uscite insieme, ti dico di aspettare”.
“Ok”.
“Sei sempre carico di lavoro, fatti stressare un po’ dai clienti, così non rompi a Chicca”.
“Lavoro e stress, bella amica che sei. Grandi consigli, grazie”.
“Dai, non prendertela. Te lo dicevo solo per distogliere un attimo l’attenzione da lei. Puoi anche andare in bici, giocare a tennis, fare foto, vedere l’intera rassegna di Kubrick, passare serate con gli amici del fantacalcio, imparare a giocare a scacchi, you could improve your english, andare ogni sera a un concerto diverso. Fai tutto quello che ti piace. Tutto quello che vuoi. Ma niente fiato sul collo, Darling”.
“Così va meglio”.
“E non rimorchiartene un’altra nel frattempo”.
“Niente stronzate, promesso!”
“Ma sei sicuro che non hai fatto proprio niente?”
“L’unica cosa che mi viene in mente è della settimana scorsa”.
“Sono tutta orecchie”.
“Dovevo prendere delle carte dai miei, stavo in giro con Chicca, eravamo in zona, e le ho chiesto di fare una piccola deviazione. Mi ha accompagnato su da loro, erano in casa, e ho fatto le presentazioni. Forse troppo presto. Mia madre l’ha squadrata”.
“Povera Chicca. Conoscendo tua madre. Ma è forte e vaccinata, si riprenderà presto. Tu però non portarla dai tuoi per il prossimo anno e mezzo, mi raccomando”.
“Già che ci penso, potrebbe averla sconvolta anche un’altra cosa”.
“Sentiamo”.
“Sempre la settimana scorsa, le ho fatto un regalino. L’ho proprio fatto io con le mie mani. Non sai che bello! Ricordi quanto le piace il film Amélie. E’ fissata. Ma effettivamente è carino. Me lo sono visto una volta con lei, e un’altra da solo, per farle il regalo. Ho preso qualche foto di Chicca, ho scaricato alcune immagini di posti dove le piacerebbe andare - sai, parliamo spesso di viaggi e di culture che ci ispirano – e li ho uniti creando dei collage con photoshop. Sono venuti bene. Poi l’ho invitata a cena da me. Con la scusa che avevo dimenticato il vino, sono uscito subito, lasciandola da sola a casa mia. Sul tavolo da pranzo c’era la prima delle cinque foto che avevo fatto. Le altre quattro erano nascoste per la casa. Una specie di caccia al tesoro, ma facile facile. Sul retro di ognuna c’era l’indicazione per la seguente. Non sai quanto mi sono divertito, soprattutto a immaginare la sua espressione nel trovarle”.
“E poi?”
“Sono tornato dopo una ventina di minuti, secondo me era sufficiente. L’ho trovata sul divano con le foto in mano, gli occhi lucidi, e un po’ turbata”.
“Non era pronta a tanta attenzione”.
“Abbiamo fatto l’amore, sul divano. Non ha neanche cenato, dopo. Se n’è andata, senza dire nulla”.
“E poi il silenzio?”
“No, ci siamo sentiti un paio di volte. Poi è sparita”.
“Ma dove lo trova un altro come te. Niente panico. Tu aspetta”.


La foto è di Alessia Cervini

martedì 20 dicembre 2011

Racconto strambo di Natale

di Ilaria Guidantoni

Un Natale malinconico, troppo freddo e poco illuminato si annunciava nelle vie rumorose del centro di una grande città. La gente si accalcava, cercando di accaparrarsi le provviste per un periodo che si intravedeva lungo e penoso; qualcuno frugava nelle rimanenze a basso prezzo; altri strappavano dalle mani dei più deboli quanto non avrebbero potuto acquistare, eppure desideravano ardentemente; altri infine rinunciarono quasi subito.
Il tempo correva verso la notte, l’umidità lasciava infreddoliti nelle misere vesti i più, mentre la scarsa illuminazione delle vie, un tempo eleganti, diffondeva il sospetto.
La gente era nervosa, delusa, rabbiosa, sfiduciata e c’era un’aria malsana ad affaticare il respiro.
Ad un certo punto si sentirono grida e un frastuono. Così serpeggiò la paura…gli addetti alla sicurezza fecero finta di nulla e si allontanarono fingendo un’emergenza maggiore se possibile, altri si strinsero nei loro cappotti e si attaccarono alle proprie borse come allo scoglio i molluschi.
Si distanziarono gli uni dagli altri e il terrore li bloccò in un irrigidimento innaturale che lasciava presagire il peggio.
Passarono alcuni minuti che parvero anni. Poi, d’un tratto, come nelle rivoluzioni, un fruscio divenne un frastuono e il mondo sembrò rovesciarsi.
Qualcuno si accorse che le grida erano risa fragorose, la confusione giochi di bimbi. Al centro della piazza enorme, un po’ vuota, dove il giardino quell’anno era rimasto sguarnito, una bambina nera dalle treccine inanellate con fiocchetti colorati rincorreva un bambino, comunicando in una lingua sconosciuta. Un alfabeto che tuttora non ha nome era nato dalla voglia di ascoltarsi, dall’urgenza dell’amore, dal coraggio della determinazione di due vite che si incontrano.
I due bambini sembravano appartenere a due mondi lontani anni luce – e probabilmente così era – ma avevano una nota comune: erano interamente vestiti di bianco.
Fu così che mille occhi si accesero come fiammelle intorno al loro gioco. Ad un certo punto i due teneri cuccioli si presero per mano e si baciarono.
D’improvviso il caos dei colori e dei rumori si placò.
La città divenne interamente bianca, soffice, leggera. Tutti cominciarono a piangere per la commozione e forse l’intontimento se non lo spavento…erano lacrime dolci, cristalli di zucchero ad annunciare un Bianco Natale, che odorava di fresco e di pulito.

venerdì 2 dicembre 2011

Destinazione Agorà



Viaggio in Grecia nella piazza della protesta con Francesco De Palo*, Giornalista

Cos’è per te la Grecia? “Una seconda patria, un luogo, forse la prima, il luogo delle mie emozioni, la nazione elettiva che ognuno di noi sceglie e che probabilmente corrisponde all’anima nomade dell’uomo che cerca sempre un altrove e, nello stesso tempo, ha bisogno di porti sicuri nei quali attraccare”.

Per chi va in cerca di sicurezza, il Pireo non mi sembra con il vento che sta soffiando il porto da raccomandare. Qual è il più grande disagio al momento? “La mancanza di prospettiva, qualcosa di più profondo e drammatico dell’incertezza e di un generico pessimismo. La gente ha fermato i consumi, non si è rifugiata com’è accaduto in Italia nel cibo, ad esempio. Con la crisi il consumo di carne si è ridotto in modo sensibile, così come le spese sanitarie perché le persone più umili risparmiano nelle cure mediche”.

Dal punto di vista dell’analisi economica invece qual è la situazione? “Una crisi profonda dovuta al debito pubblico elevatissimo che crescerà del 170% nel prossimo anno. A breve ci sarà il via libera della troika alla nuova tranches di aiuti, ma di fatto non c’è governo, bensì commissari europei che comandano. Questo è un esempio che mette a repentaglio la coscienza e la tranquillità dei greci. Le persone si chiedono a cosa varranno i loro sacrifici se comunque le previsioni vedono un peggioramento almeno nell’immediato futuro”.

La crisi greca più di altre si è riflettuta in una crisi sociale e di identità, che ha colpito l’interiorità delle persone e non solo lo stile di vita. Come ha reagito la piazza?
“La piazza ha detto basta, anche con sfoghi violenti e suicidi (a Salonicco un uomo invaso dai debiti si è dato fuoco fuori da una banca, decretando il fallimento della politica, non solo per le scelte sbagliate quanto per quelle scellerate”.

Un esempio? “Un milione di euro per il sito della Camera. Se in parte la corruzione e il disfacimento della classe politica, dirigente e dell’amministrazione erano noti, al popolo da un giorno all’altro è stato prospettato il baratro”.

Cos’è accaduto? “La crisi si è abbattuta improvvisamente, soprattutto sui più deboli, con una decurtazione dagli stipendi medio-bassi di 200-300 euro al mese da un momento all’altro; una riduzione delle pensioni minime; licenziamenti improvvisi e imprevedibili. In generale l’economia ha avuto un impatto devastante sulla sperequazione sociale”.

Cos’era c’era in nuce di questo legame perverso? “Un sistema malfunzionante: faccio l’esempio dell’università che prevede un test di ingresso molto rigoroso con la conseguenza che l’ammissione è ritenuta un privilegio. Il problema è che non è detto che un cittadino passi il test nella città dove risiede. Da qui una notevole mobilità interna con una migrazione forzata all’estero per quegli studenti che non riescono a superare il test, che oltre tutto può essere ripetuto solo a distanza di un anno. Di per sé andare a studiare all’estero o cambiare città può rappresentare un’esperienza interessante per uno studente; solo che se è forzata crea un indebitamento per le fasce deboli della popolazione.”

A fronte del rigore nell’accesso non mi pare che l’università greca sia rinomata.
“Infatti il sistema universitario non funziona, pur essendoci, soprattutto nelle materie scientifiche, delle punte di eccellenza. D’altra parte le riforme strutturali necessarie non daranno i frutti prima di due cicli universitari. A breve la situazione non potrà che peggiorare.”

Com’è la crisi dalla parte degli Indignados greci? “I giovani greci sono scesi in piazza quando erano esasperati e sono molto ben organizzati, con una forte presenza sulla rete. D’altronde questo modo di reagire risponde bene alla capacità greca di fare squadra nel momento del bisogno. In generale invece il greco è un anarchico in grado di disquisire ad altissimo livello ma anche di andare per proprio conto. Attenzione, è anche la loro forza, l’imprevedibilità da dove nascono le idee perché libere dagli schemi”.
Eppure si parla poco della Grecia, molto meno di altri paesi. “Questo è dovuto, da parte italiana, alla carenza di personale da destinare sul campo e alla possibilità di approfondire le notizie. Certo alla base esiste una scelta legata alla geopolitica del peso degli stati. La Spagna ad esempio è riuscita ad avere un riscontro comunicativo forte anche perché si è indebitata per investire in infrastrutture moderne. Le reti, una volta passata la crisi, resteranno come patrimonio e oggi rappresentano in ogni caso un’immagine spendibile, basti pensare al porto di Valencia e quindi alla possibilità di ospitare competizioni sportive internazionali o ai gran premi di F1 o di motociclismo. In Grecia è mancata una visione politica per far posto ad una visione godereccia di corto respiro, dedita allo sperpero e alla spensieratezza non degna di un paese maturo. Se ripenso alle Olimpiadi del 2004, a parte gli stadi, gli impianti sono per lo più in malora e si sono rivelati solo un costo”.

Cosa dicono i greci ai loro accusatori? “I grandi Soloni dell’economia non hanno saputo prevedere la crisi, quindi perché oggi si permettono di parlare e addirittura di suggerire ricette anti-crisi, come l’assurda uscita dall’euro con il ritorno alla dracma?”

I Greci si sentono in fatto di identità più il nord del Vicino Medio Oriente e del Magreb o il Sud dell’Europa?
“Purtroppo nessuno dei due. O forse né l’uno, né l’altro adeguatamente. Certamente la Grecia non ha saputo sfruttare la vicinanza con il Nord Africa. E’ rimasta chiusa e schiacciata, per l’incompetenza della sua classe politica(due famiglie in sessant’anni di politica, i Karamanlis i Papandreu), tra i due blocchi, Stati Uniti da una parte; ex Urss dall’altra, senza maturare una propria identità originale. Tutto si è risolto con la dialettica tra le opposte fazioni. Il sogno della Svizzera del Mediterraneo è affondato, ma perché no, potrebbe essere la meta da inseguire in futuro ”.

Veniamo al greco. La lingua è la prima identità di un popolo ed è anch’essa in crisi: una metafora? “Certamente colpa anche di una riforma universitaria sciagurata che ha mortificato la tradizione classica e la specificità mediterranea. Purtroppo conoscere le origini significa poter continuare e non essere dei conservatori. Invece prevale una dialettica sterile in tal senso”.

Cosa vorresti dire alla piazza? “La piazza è la vitalità, è l’essenza dell’uomo, zoon poltikòn, è la provenienza e la meta e per ora è stata mortificata. In qualche modo sta accadendo in tutto il Mediterraneo, penso soprattutto a piazza Taharir al Cairo dove non c’era colore politico, connotazione religiosa, ma primariamente la battaglia per la giustizia e la dignità. Oggi, in Grecia come altrove, non vedo un Leonida che possa guidare una guerra. Ma non è detto che non nasca domani…”.

*Conoscitore innamorato del greco e della Grecia, Giornalista e Scrittore; è direttore di Mondogreco.net e Redattore del Settimanale “Il Futurista”

45 ° Rapporto sulla Situazione Sociale del Paese 2011



Roma, CNEL - 3 Dicembre 2011 - Un Paese fragile ed una società isolata ed etero diretta, è la foto che emerge dal Rapporto sulla Situazione Sociale del Paese 2011, a cura della Fondazione Censis, presentato oggi al Cnel a Roma.
L’italiano del 2011 è deluso, impaurito e incerto rispetto al proprio futuro.
Esordendo, il Presidente del CNEL Antonio Marzano, ha evidenziato la fotografia di una Paese fragile con la sensazione di essere eterodiretta, data la forte influenza esterna. La prova è lo sguardo rivolto al passato come il luogo dove risiede il meglio dell’Italia. Il presente è il tempo della crisi e la ricerca di soluzioni micro, di adattamento individuale nel vivere quotidiano, non rappresenta che la prima reazione, oggi insufficiente. Spesso il problema è di matrice esterna, basti pensare alla crisi finanziaria, originatasi negli Stati Uniti o a quella economica, che si è ripercossa sulla domanda, dai natali giapponesi. Guardando al nuovo anno l’invito è a fare sistema, un monito che viene anche forte e chiaro dalla presidenza della Repubblica, tornando all’economia reale. Le due cose sono tra l’altro connesse. Detto in termini diversi, occorre reinvestire nell’industria, considerando il made in Italy ancora una risorsa spendibile sul mercato, almeno a giudicare dalle esportazioni: nel primo semestre dell’anno sono cresciute del 16%, un dato positivo da non sottovalutare. La ricerca dei valori comuni, quali strumenti di una maggior coesione sociale, funzionali a fare sistema, sono essenzialmente due: la famiglia e la qualità della vita, un indicatore sul quale molti studiosi stanno lavorando per rivedere e ridefinire il Pil secondo nuovi parametri. Su cosa si può contare? Sulla cultura, la natura e, in generale, il patrimonio paesaggistico e storico-artistico, atout della nostra reputazione all’estero. Rispetto a tale serbatoio è importante incidere su alcuni punti di debolezza, uno per tutti, la formazione. In particolare è evidente la crisi della lingua italiana, elemento di forte coesione. Direi a questo proposito qualcosa di più: la lingua rappresenta il nostro dna delle emozioni, l’architettura del nostro pensiero, lo stile del vivere sociale ed è per me l’identità fondamentale, pensando alla mia italianità. Tra l’altro la lingua, nella visione tradizionale, racconta e declina il pensiero dando i nomi alle cose (definendone l’essenza). Non è un caso che un Paese come la Grecia, la culla della nostra lingua, sia profondamente in crisi e che il greco moderno sia maltrattato.
Giuseppe Roma, Direttore CENSIS, ha analizzato le criticità del Paese, mettendo l’accento sul debito accumulato che diventa un problema paese nel momento in cui supera il 100% e a tal riguardo nel 1992 il debito italiano toccò il 106%. La società è disorientata dalla percezione del pericolo incombente nella dialettica con un mondo lontano e per il problema interno riconducibile essenzialmente al debito. E’ da almeno 10 anni che gli italiani vivono nell’incertezza e questa sospensione li ha gettati in uno stato confusionale. Tre cose colpiscono di più le tradizionali virtù italiane, messe ora sotto stress: l’identità; la famiglia; la mancanza di crescita.
Per quanto concerne l’identità il 46% degli italiani intervistati nell’indagine Censis si dichiara legato soprattutto allo spirito della nazione, mentre il 15% si definisce globale. A tal proposito mi è venuto spontaneo rivolgermi la domanda: mi sono risposta che trovo la mia identità nell’essere mediterranea e che mi sento italiana soprattutto per la lingua, per gli studi classici, guardando al passato.
Il problema della famiglia è di tipo comportamentale (la disgregazione e l’allontanamento dalle forme tradizionale, costituite e regolate) e demografico (la mancanza di crescita). Mentre sul fronte socio-economico emerge un deficit di classe dirigente, chiaramente percepita dalle persone e un crollo della produttività, ovvero tanto lavoro crea poco valore probabilmente perché si è sostituito gradualmente lavoro di basso livello al posto di elevata professionalità. In Italia, caso unico, il pil cresce meno dell’occupazione.
Nelle conclusioni Giuseppe De Rita, Presidente del CENSIS, ha sottolineato il valore del patrimonio, inteso anche come patrimonio immobiliare privato, dal quale ripartire e per il quale è necessario fare di più. Citando il filosofo Levinas, ha ricordato che si salveranno solo gli uomini fedeli allo scheletro contati dono. Accanto a tale definizione De Rita ha citato 5 punti imprescindibili per riavviare il motore dell’Italia: l’economia reale; la lunga durata; l’articolazione del sistema, il primato sociale; e la rappresentanza, morta soprattutto in termini politici.

giovedì 1 dicembre 2011

Marocco, Benkirane nominato capo del governo

dalla redazione de "ilmediterraneo.it"

Rabat - Il monarca ha nominato, ieri, il leader del partito islamico che ha vinto le elezioni parlamentari, capo del governo. Mohammed VI ha ricevuto nel Palazzo di Midelt, cittadina sulle alture dell'Atlante, Abdelilah Benkirane, Segretario generale del PJD (Parti de la justice et du développement) per affidargli l’incarico della formazione del nuovo governo. Benkirane ha vinto le elezioni parlamentari lo scorso 25 novembre. Il suo partito di matrice islamica ha conquistato ben 107 seggi.Per Abdelilah Benkirane si apre una nuova era. Il capo del governo ha, con la nuova Costituzione, ampi poteri, ma la sua flessibilità si riduce. Il re, che ha un ruolo di arbitro supremo, continuerà ad occuparsi di politica estera, sicurezza nazionale e della difesa. Importante e decisivo sarà vedere quali saranno le alleanze di governo. Anche se Benkirane ha vinto un quarto dei seggi, è obbligato ad avere la maggioranza dei deputati e cercare un'alleanza di governo con gli altri partiti tra cui Istiqlal, Union socialiste des forces populaires (USFP) e il Parti du progrès et du socialisme (PPS).

Chi è BENKIRANE
Abdelilah Benkirane, 57 anni, fisico, è noto per essere un musulmano doc. I suoi discorsi politici sono sempre stati incentrati sul popolo, le preoccupazioni delle persone è la sua carta vincente che hanno fatto di lui un personaggio popolare. Si dice che legga poco e preghi molto. Considerato un uomo impulsivo, e in molti casi anche aggressivo dai suoi avversari politici, Benkirane moralistico, ha denunciato instancabilmente la corruzione e gli accordi tra gli amici della classe politica, i cosiddetti "imbrogli". Sostiene una linea di governo aperto, l'integrità della giustizia e difende la morale. Benkirane si presenta come un forte sostenitore della stabilità del regime. "Il nostro obiettivo non è quello di danneggiare il palazzo reale, ma riuscire a lavorare insieme per il bene del Paese”, aveva sostenuto già nel settembre 2006 in un’intervista al quotidiano “Le Figaro”. E come prova della buona volontà, ha indossato una cravatta attorno al collo in occasione dell’incontro con il re. Fino ad allora, aveva giurato che non avrebbe mai indossato questo "simbolo occidentale". Abdelilah Benkirane è un ex islamista radicale. Ha combattuto nel 1970 nella Chabiba Islamiya, un piccolo gruppo coinvolto nell’ uccisione del leader socialista Omar Benjelloun ed è stato anche in prigione. Fondato nel 1998, il PJD è cresciuto nei consensi popolari.

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma
Ilaria Guidantoni insieme all'attore teatrale Giuseppe Bisogno, che ha curato le letture, e al musicista Edoardo Inglese, autore di una selezione di brani musicali

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012
Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata a Milano", libreria Milano Libri. Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, il presidente del Touring Club Italiano, Franco Iseppi, e Laura Silvia Battaglia, inviata esteri di Avvenire. Letture a cura dell'attore Michele Mariniello

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012
Ilaria Guidantoni ospite di RADIOLIVRES, con Vittorio Macioce, caporedattore de' Il Giornale, ed Edoardo Inglese,"musicante", in una serata di parole e musica

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo
L'autrice tra Lorenzo Veroli, il Segretario del Club e Chiara Ercolino

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012
Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, l'on. Elisabetta Zamparutti (Radicali Italiani) e il giornalista tunisino Salah Methnani, inviato di Rainews24

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"
Marzia Messina, ideatrice del progetto e realizzatrice per "Prima che sia buio" della foto dell'autrice

Il fotografo di 365D Sham Hinchey

Il 29 agosto di 365D

Con Raffaella Fiorito, mia vicina di calendario

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

Metti una sera d'estate, prima che sia buio...

"Prima che sia buio" incontra l'arte alla Galleria Barbara Paci di Pietrasanta

Ilaria Guidantoni e Barbara Paci

La scrittrice con i genitori

La scrittrice tra Daniela Argentero e Barbara Paci

La scrittrice tra gli amici

Leggendo "I giorni del gelsomino" con il pittore Agostino Rocco

Leggendo "Colibrì"

L'autrice con Agostino Rocco

A Jorio, dedicato a Pistoia, alla Toscana e a una città d'arte

Tra Firenze e Pistoia

Con il pittore Agostino Rocco tra parole e immagini