giovedì 17 novembre 2011

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COOL-TURA
Dalla politica al sociale, il Coup d'etat delle donne


Giovedì, 17 novembre 2011 - 10:00:00
di Virginia Perini

Anna Maria Cancellieri ministro degli Interni, Paola Severino della Giustizia e Elsa Fornero del Welfare. Tre donne in tre posti chiave del nuovo governo Monti. Anche il Nobel per la pace è stato assegnato a tre donne: la presidente della liberia Ellen Johnsonn Sirleaf, la connazionale Leymah Gbowee che lanciò una mobilitazione femminile contro la guerra civile, e l'attivista yemenita per la democrazia Tawakkul Karman.
Ma non è tutto. Anche l'arte celebra le donne. Vittorio Sgarbi porta nelle librerie Piene di grazia, i volti della donna nell'arte e le artiste Fabrice Sabre e Aurelien Nougier realizzano il progetto fotografico Coup d’état dames (Colpo di stato donne) in cui rappresentano delle ragazze giganti bellissime e guerriere che fanno la rivoluzione in bikini. Le immagini sono pubblicate sul sito degli artisti indipendenti Ufunk.net.
Quindi non solo belle. Non solo intelligenti. Le donne sono anche delle ottime guerriere. Il femminile nelle rivoluzioni (violente o pacifiche) è al centro del pensiero della scrittrice e storica Daniela Bini e della giornalista Ilaria Guidantoni. La loro riflessione parte dalla storia: il fenomeno del terrorismo ha visto le donne protagoniste come braccio armato; altre esperienze come la rivoluzione tunisina le ha viste come ancelle di pace in funzione di sedatrici della rivolta del sangue ma fortemente battagliere come e più degli uomini per certi versi all'interno di un'ambiguità che racconta la complessità del femminile e delle donne.
Anna Maria Cancellieri ministro degli Interni, Paola Severino della Giustizia e Elsa Fornero del Welfare. Che cosa ne pensa? Una svolta?
Ilaria Guidantoni -
"Trovo molto importante la scelta di un ministro donna agli Interni perché rompe il preconcetto per cui determinati argomenti sono riservati solo agli uomini. E' un passo avanti da cui si evince che si tratta di una scelta non di genere, ma di sostanza".
Come ci siamo arrivati?
Ilaria Guidantoni -
"Con gli anni e con lo sforzo di persone di qualità. Oggi credo che tutti sentano l'esigenza di affrontare la vita civile con una sensibilità anche femminile, che aiuti, come dicevo poco fa, ad ampliare le valutazioni. Per dirla con Jung credo che si stia affermando un io collettivo che chiede questo allargamento di orizzonti".
Ma se fossero stati tutti uomini ci saremmo dovuti preoccupare? Non si rischia di cadere in un femminismo di principio più che di fatto?
Ilaria Guidantoni -
"Penso che le persone vadano valutate per meriti e capacità, non per il loro genere, ma penso anche che le donne, per le caratteristiche di cui sono naturalmente portatrici possano dare molto in molti campi ancora poco eplorati da loro come la politica e il sociale".
Quale valore aggiunto possono dare?
Ilaria Guidantoni -
"L'uomo è cacciatore, ha una visione più mirata, mentre la donna può averne di più ampie, morbide, accoglienti. La donna è madre e per questo è naturalmente portata a misurarsi con il prossimo, ha una insita capacità di valutare e comprendere le ragioni dell'altro e sa accogliere la ricchezza della diversità, caratteristica meno accentuata nell'uomo".
Quindi scelta azzeccata in particolare nel Welfare?
Ilaria Guidantoni - "Sì, spero che con un occhio e un pensiero femminile si riesca ad andare oltre al concetto formale di parità uomo-donna, per esplorare il senso reale della parità tra ricchi e poveri, malati e non, grandi e piccoli".
Anche il Nobel per la pace è stato assegnato a tre donne: la presidente della liberia Ellen Johnsonn Sirleaf, la connazionale Leymah Gbowee che lanciò una mobilitazione femminile contro la guerra civile, e l'attivista yemenita per la democrazia Tawakkul Karman...
Ilaria Guidantoni - "Molto positivo, sono tre personaggi poco noti, ma di grande spessore e questo è indice di una scelta calcolata sulle esperienze e sulle persone".
La donna guerriera è una figura quasi mitologica, in che modo le donne sono guerriere?Daniela Bini - "La donna guerriera ha illustri rappresentanti nella mitologia, nella letteratura e anche nella storia: dalle Amazzoni e dalle Valchirie alla vergine Camilla descritta nell'Eneide, da Bradamante e Clorinda, le sui vicende sono narrate nei poemi di Ariosto e Tasso, fino ad arrivare a Giovanna d'Arco, alle eroine del Risorgimento italiano, alle guerrigliere partigiane della Resistenza, alle donne terroriste degli anni Settanta. Le donne possono essere guerriere in due modi: perché imbracciano realmente un'arma oppure perché lottano per perseguire uno scopo nella vita".

Ilaria Guidantoni - "Nella tradizione è così, basti pensare alle Amazzoni e la donna guerriera, non necessariamente legata alla guerra, è trasfigurata nella sua femminilità. In effetti la maternità e l'essere guerriero formano un ossimoro ma solo se a quest'ultimo si associa il significato della lotta armata. In fondo la maternità è una lotta per la vita che soprattutto nell'antichità è stata spesso una guerra. Non a caso nell'immaginario psicanalitico accanto alla madre nutrice e custode del focolare, c'è la mamma tigre che ferisce per difendere i cuccioli".
Le donne sono guerriere anche oggi dunque?Daniela Bini - "Oggi ancora di più: esistono donne che lottano nel senso effettivo del termine e che fanno parte di eserciti regolari e donne che lottano con altri strumenti, non aggressivi ma ugualmente potenti. Mi riferisco alle scrittrici, alle giornaliste, ai medici, ai magistrati, alle donne che dirigono aziende, che ricoprono ruoli politici, che sono costrette a conciliare la professione con il diritto irrinunciabile di essere madri e di avere una vita privata, a quante ogni giorno devono combattere per salvaguardare i propri spazi e per conquistarsi un ruolo sociale dignitoso".

Ilaria Guidantoni - "Oggi più di ieri perché sono equiparate all'uomo in molte professioni e l'arma è meno tabù; ma anche perché la guerra cibernetica - scoperta con la recente rivoluzione tunisina, la rivoluzione dei gelsomini - consente una guerra gentile che più si adatta alle donne. Le proteste nello Yemen mettono bene in luce la forza femminile del guerriero interiore che non fa leva sul potere e sull'offesa. E' un atteggiamento iscritto nell'essere femminile più abituato allo scavo interiore e alla sopportazione del dolore. Anche nella rivoluzione tunisina, come scrivo nel mio pamphlet "I giorni del gelsomino", il ruolo delle donne è stato determinante".
Chi sono le "guerriere" di oggi?Daniela Bini - "Sono le donne africane, che lottano contro la fame e contro le torture sessuali e per difendere i propri figli, vittime degli squilibri sociali ed economici del pianeta; le donne tunisine, che combattono per migliorare le proprie condizioni, umane, politiche e sociali, dopo la rivoluzione; le donne iraniane e afghane, che hanno il coraggio di far sentire una voce contro i soprusi che devono subire dagli uomini; le donne occidentali, che pretendono una parità con l'uomo fatta di rispetto reale e non solo proclamato a parole; le donne gay, che esigono tutela dei propri diritti; le donne che si fanno strada in campi ancora tradizionalmente considerati di pertinenza maschile; tutte le donne che si battono per la libertà". Ci sono esempi di donne guerriere che la società considera negativamente? "Le terroriste degli anni Settanta incarnano un'idea oscura e inquietante di donna guerrigliera, che pur lottando per un ideale uccide a sangue freddo e in modo premeditato, che vive in regime di clandestinità e rinuncia volontariamente a un'esistenza cosiddetta normale. Una donna, questa, che suscita interesse, curiosità e insieme disprezzo, proprio per l'immagine fuorviante di donna che evoca, ma che meriterebbe tuttavia, per evitare approssimazioni e giudizi affrettati, un'accurata analisi storica e psicologica".

Ilaria Guidantoni - "Sono soprattutto madri, diversamente forse da quelle della lotta armata e dal femminismo tradizionale, che si battono per i propri uomini e per i propri figli, che lottano per la difesa dei deboli. Pensiamo alle Madri di Plaza de Mayo simbolicamente".
Mi fa due nomi di simboli della lotta femminile oggi?Daniela Bini - "Aung San Suu Kyi, che si batte per la libertà della Birmania sacrificando se stessa e la propria esistenza. Anna Politkovskaja, assassinata nel 2006 per aver difeso i diritti negati del popolo ceceno e aver osato sfidare la Russia. Due esempi che tutte le donne dovrebbero tenere a mente".
Ilaria Guidantoni - "Scelgo due nomi non noti al grande pubblico perché sono persone che ho conosciuto e perché di quelle famose sappiamo tutto. Una è la scrittrice marocchina Fathima Mernissi che è scesa anni fa in piazza per la prima volta già grande con una carovana civile della solidarietà in nome dell'integrazione tra i popoli e del rispetto tra le religioni che ho incontrato al Festival della Letteratura di Mantova. L'altra a Sana Ben Achour, presidente dell'associazione tunisina donne democratiche, che ho incontrato a due mesi dalla rivoluzione del 14 gennaio e che sta conducendo una battaglia per la dignità nel segno del femminile e non del femminismo, con grande umiltà".
E la seduzione è un'arma per lottare?
Daniela Bini - "La seduzione è un'arma per amare. Una donna che seduce con lo scopo di utilizzare il corpo per ottenere successo professionale, ricchezza o potere non seduce, bensì umilia se stessa e la propria dignità. Una donna che appare seducente perché è intelligente, sensibile, capace, combattiva, affascinante, ma che non usa tale fascino per scopi opportunistici, è una donna che valorizza se stessa e le proprie potenzialità. Una donna che seduce perché ama è una donna che in modo libero e volontario esercita la seduzione nell'intimità del rapporto con il suo compagno".
Ilaria Guidantoni
- "Può esserlo, ma rischia di essere un'arma a doppio taglio e può essere sempre criticabile dall'esterno. Credo che le donne siano piuttosto sedotte loro stesse dalla lotta e a volte rischiano di innamorarsi del fatto di diventare guerriero, o di innamorarsi di un guerriero tanto da volerlo fiancheggiare, perdendo di vista i valori per i quali si lotta. E cosi facendo si perdono".
Che cosa chiederebbe alle donne di oggi?Daniela Bini - "Di avere dignità personale, di studiare, di avere una professione che le soddisfi e le gratifichi, di non rinunciare alla propria femminilità, di essere madri e mogli senza venir meno alle proprie esigenze e ai propri bisogni, di impegnarsi culturalmente, socialmente e politicamente per dare segnali concreti di miglioramento. Lo spirito combattivo delle donne oggi non dovrebbe più esprimersi attraverso le armi e la violenza, ma attraverso la forza dell'intelligenza, della cultura e del dialogo".
Ilaria Guidantoni - "L'utopia di non ripetere gli errori della storia. Di non perdersi appunto nell'innamoramento della guerra; di non abicare al femminile che è quello che stanno facendo le donne tunisine: dimostrare che si può fare una rivoluzione senza sangue, ascoltando anche la parte avversa e non opponendosi in modo pregiudiziale; di evitare che le armi prendano il sopravvento sulle ragioni della guerra, con una concretezza e buon senso che è più femminile ma non necessariamente di una donna. Infine di restare unite che è quello che spesso manca. Ancora una volta voglio ricordare le parole di Sana Ben Achour, "Insieme nella rivoluzione, insieme continuiamo", perché la vera guerra è nella quotidianità e fuori dal campo di battaglia. Ma vuol dire anche un'altra cosa: insieme agli uomini non solo quando serve ai maschi contro il nemico, per cacciare un dittatore - se vogliamo restare nell'attualità - ma anche dopo quando ci si spartisce il bottino, il potere e si devono fare le riforme".


Ilaria Guidantoni
Giornalista politico economico e Scrittrice, si è dedicata soprattutto ai trasporti ed infrastrutture, esperta di sicurezza stradale. Fiorentina, una laurea in filosofia teoretica a Milano; vive prevalentemente a Roma. Ha conseguito il Corso di Perfezionamento in Bioetica occupandosi di problemi legati alla corporeità, disturbi del comportamento alimentare e disagi affettivi; Cura la rubrica Politica e infrastrutture su “leStrade”. Consulente di molte istituzioni. Autore tra l’altro de’ “I giorni del gelsomino”, (P&I Edizioni, Febbraio 2011)

1 commento:

  1. Abbiamo letto l'intervista. Come sempre emerge la puntualità delle sue risposte abbinata ad un profondo tessuto culturale. Vissuto e forte il richiamo alle esperienze delle donne di Tunisi,forti nel processo verso la democrazia di quel paese.
    Ettore e Sira da Pistoia

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Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma
Ilaria Guidantoni insieme all'attore teatrale Giuseppe Bisogno, che ha curato le letture, e al musicista Edoardo Inglese, autore di una selezione di brani musicali

"Tunisi, taxi di sola andata" a Milano, 19 aprile 2012

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Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata a Milano", libreria Milano Libri. Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, il presidente del Touring Club Italiano, Franco Iseppi, e Laura Silvia Battaglia, inviata esteri di Avvenire. Letture a cura dell'attore Michele Mariniello

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", libreria N'Importe Quoi di Roma, 13 aprile 2012

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Ilaria Guidantoni ospite di RADIOLIVRES, con Vittorio Macioce, caporedattore de' Il Giornale, ed Edoardo Inglese,"musicante", in una serata di parole e musica

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso il Rotary Club di Marina di Massa, 29 marzo

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L'autrice tra Lorenzo Veroli, il Segretario del Club e Chiara Ercolino

Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

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Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012

Presentazione "Tunisi, taxi di sola andata", Roma, Sala stampa Camera dei Deputati, 28 marzo 2012
Insieme all'autrice, Ilaria Guidantoni, l'on. Elisabetta Zamparutti (Radicali Italiani) e il giornalista tunisino Salah Methnani, inviato di Rainews24

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"

Giovedi 1° marzo 2012, alla Centrale Montemartini di Roma, dalle ore 18.30 presentazione di "365D"
Marzia Messina, ideatrice del progetto e realizzatrice per "Prima che sia buio" della foto dell'autrice

Il fotografo di 365D Sham Hinchey

Il 29 agosto di 365D

Con Raffaella Fiorito, mia vicina di calendario

Presentazione di "Prima che sia Buio", Galleria d'arte Barbara Paci, Pietrasanta, 16 Luglio 2011

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Metti una sera d'estate, prima che sia buio...

"Prima che sia buio" incontra l'arte alla Galleria Barbara Paci di Pietrasanta

Ilaria Guidantoni e Barbara Paci

La scrittrice con i genitori

La scrittrice tra Daniela Argentero e Barbara Paci

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Leggendo "I giorni del gelsomino" con il pittore Agostino Rocco

Leggendo "Colibrì"

L'autrice con Agostino Rocco

A Jorio, dedicato a Pistoia, alla Toscana e a una città d'arte

Tra Firenze e Pistoia

Con il pittore Agostino Rocco tra parole e immagini