mercoledì 21 dicembre 2011

Aspetta, Racconto inedito


di LAVINIA COLLODEL

Concorso Subway 2011


“Hey Giù, hai sentito Chicca?”
“…Aspetta un attimo, sto uscendo dal supermercato. ”
“Dai Giù, è importante, richiamami più tardi. ”
“No, no, aspetta, ti do retta subito. Eccomi. ”
“Che fine ha fatto Chicca?”
“Non ne ho la più pallida idea. Non la sento da un mese, più o meno”.
“Ma è una tua amica.”
“Sì certo, ma tutte e due avevamo un arretrato di lavoro che non hai idea. E’ andata così, questo mese.”
“Ma l’hai mai cercata?”
“Perché tutta questa fretta ora? E’ successo qualcosa?”
“No, credo nulla” .
“Appunto” .
“E’ solo che non si fa più viva”.
“Capita a volte, no?”.
“Ma stavamo iniziando a uscire insieme”.
“Beh avrai combinato qualcosa” .
“Non capisco cosa” .
“Non mi avete raccontato nulla di voi due, che ne posso sapere io?”
“Ma tu sei femmina, prevedi” .
“Mi stai dando della strega?”
“Un po’ bruttina sei” .
“Un tesoro” .
“Dai non scherziamo. Voglio capirci”.
“E chiamala, no?”
“Non risponde. E non richiama. Al terzo silenzio mi sono fermato”.
“Immagino nella stessa giornata”.
“No, una telefonata al giorno”.
“In tutto fanno tre”.
“Sì, tre giorni”.
“Non mi sembra una tragedia. Falle riprendere fiato per chiamarti” .
“Ma ci stavamo vedendo tutti i giorni”.
“Ecco. Falle riprendere fiato, ripeto”.
“Ma a me piaceva, così”.
“Magari anche a lei, ma probabilmente ha anche da fare.… Sei morto?”
“Stavo pensando”.
“Non troppo, per favore. Aspetta”.
“Le mando un mazzo di fiori, che dici?”
“Un’idea carina, ma portaglieli la prossima volta che uscite insieme, ti dico di aspettare”.
“Ok”.
“Sei sempre carico di lavoro, fatti stressare un po’ dai clienti, così non rompi a Chicca”.
“Lavoro e stress, bella amica che sei. Grandi consigli, grazie”.
“Dai, non prendertela. Te lo dicevo solo per distogliere un attimo l’attenzione da lei. Puoi anche andare in bici, giocare a tennis, fare foto, vedere l’intera rassegna di Kubrick, passare serate con gli amici del fantacalcio, imparare a giocare a scacchi, you could improve your english, andare ogni sera a un concerto diverso. Fai tutto quello che ti piace. Tutto quello che vuoi. Ma niente fiato sul collo, Darling”.
“Così va meglio”.
“E non rimorchiartene un’altra nel frattempo”.
“Niente stronzate, promesso!”
“Ma sei sicuro che non hai fatto proprio niente?”
“L’unica cosa che mi viene in mente è della settimana scorsa”.
“Sono tutta orecchie”.
“Dovevo prendere delle carte dai miei, stavo in giro con Chicca, eravamo in zona, e le ho chiesto di fare una piccola deviazione. Mi ha accompagnato su da loro, erano in casa, e ho fatto le presentazioni. Forse troppo presto. Mia madre l’ha squadrata”.
“Povera Chicca. Conoscendo tua madre. Ma è forte e vaccinata, si riprenderà presto. Tu però non portarla dai tuoi per il prossimo anno e mezzo, mi raccomando”.
“Già che ci penso, potrebbe averla sconvolta anche un’altra cosa”.
“Sentiamo”.
“Sempre la settimana scorsa, le ho fatto un regalino. L’ho proprio fatto io con le mie mani. Non sai che bello! Ricordi quanto le piace il film Amélie. E’ fissata. Ma effettivamente è carino. Me lo sono visto una volta con lei, e un’altra da solo, per farle il regalo. Ho preso qualche foto di Chicca, ho scaricato alcune immagini di posti dove le piacerebbe andare - sai, parliamo spesso di viaggi e di culture che ci ispirano – e li ho uniti creando dei collage con photoshop. Sono venuti bene. Poi l’ho invitata a cena da me. Con la scusa che avevo dimenticato il vino, sono uscito subito, lasciandola da sola a casa mia. Sul tavolo da pranzo c’era la prima delle cinque foto che avevo fatto. Le altre quattro erano nascoste per la casa. Una specie di caccia al tesoro, ma facile facile. Sul retro di ognuna c’era l’indicazione per la seguente. Non sai quanto mi sono divertito, soprattutto a immaginare la sua espressione nel trovarle”.
“E poi?”
“Sono tornato dopo una ventina di minuti, secondo me era sufficiente. L’ho trovata sul divano con le foto in mano, gli occhi lucidi, e un po’ turbata”.
“Non era pronta a tanta attenzione”.
“Abbiamo fatto l’amore, sul divano. Non ha neanche cenato, dopo. Se n’è andata, senza dire nulla”.
“E poi il silenzio?”
“No, ci siamo sentiti un paio di volte. Poi è sparita”.
“Ma dove lo trova un altro come te. Niente panico. Tu aspetta”.


La foto è di Alessia Cervini

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Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata", 16 maggio 2012, libreria N'Importe Quoi, Roma

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Presentazione di "Tunisi, taxi di sola andata" presso la libreria Griot di Roma, 28 marzo 2012

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