venerdì 17 dicembre 2010

Un viaggio a tappe per incontrare l’altro che è in noi


Prima che sia buio
In ordine sparso seguendo un filo

Un viaggio a tappe per incontrare l’altro che è in noi

di Ilaria Guidantoni



Roma, 16 Dicembre 2010 - Si è concluso ieri sera alla libreria Mondadori Faggiani Next Door di Roma con un brindisi natalizio il viaggio di presentazione per l’anno 2010 del secondo libro, Prima che sia buio. In ordine sparso seguendo un filo, della giornalista politico-economica Ilaria Guidantoni.
Filo conduttore della serata, che si è snodata tra letture, interviste e musica, l'avvicinarsi della fine dell'anno e l'invito, Prima che sia Buio, ovvero Prima che sia tardi, troppo tardi, a lanciare una sfida perché si torni alla speranza da nutrire quotidianamente con un impegno in prima linea, senza facili illusioni, né ripiegamenti.
Un brindisi ad un nuovo anno, dedicato ad una nuova vita.
La serata, tra le note del sax di Corrado D’Ippolito, la voce di Laura Sales, condotta dal giornalista ed Economista Enea Franza, ha fornito ancora nuovi spunti ed osservazioni alle possibili interpretazioni di questo testo che via via sta assumendo una propria vita, a dispetto o ad integrazione, di quella creata dall’autrice. Una vita che cresce e si trasforma grazie agli interventi del pubblico, alle letture sempre nuove dei relatori invitati, degli artisti incontrati lungo il percorso.
La scelta dell’autrice è, infatti, quella di presentare il proprio libro come un viaggio a tappe senza repliche in cui si toccano le tematiche collaterali alla scrittura. Il libro come mezzo per immergersi nella riflessione e nella condivisione di linguaggi sociali e artistici differenti.
Un viaggio, iniziato giovedì 4 novembre presso la libreria romana Tra le righe con il titolo Prima che sia buio accendi il diritto alla vita a sostegno della campagna Io pretendo dignità con la quale Amnesty International intende porre i diritti umani al centro della lotta contro la povertà, perché proteggere i diritti di chi vive in povertà non è solo un'opzione: è un elemento essenziale di qualunque soluzione. E’ la notte africana che cala improvvisamente e che porta il gelo e la paura soprattutto per le donne a dominare questo primo incontro, condotto dal giornalista sportivo Valerio Piccioni. Prima che sia buio diviene così una metafora della notte africana e La povertà della donna: una questione sociale prima che economica.
A seguire, sempre nel mese di novembre, il 23 novembre, una seconda tappa, dal titolo Emozioni erranti, la rappresentazione come decodificazione. Quando il dolore trova condivisione, incontra la parola raccontata, la rappresentazione scenica, l’arte, diventa proposta creativa e si incammina sulla strada della gioia, presso la libreria L’Argonauta di fronte al nuovo Macro.
Un vero e proprio percorso che, partendo dalla parola scritta, attraverso la decodificazione della vita e la sublimazione dell’emozione, con il connubio di musica e recitazione è diventata e diventa arte. La serata, condotta dall’editore Andrea Menaglia, ha visto come relatore l’artista padovano, pittore e fotografo, Agostino Rocco che ha portato l’attenzione sul femminile. <>.
Il 14 dicembre, presso il ristorante Le Cappellette di Roma, terza tappa del viaggio, sotto la guida del metereologo de LA7, Paolo Sottocorona: La sacralità della vita e il femminile come alfiere. Il femminile custode della dignità della vita e vittima della negazione dei diritti civili. Una tavola rotonda ricca ed impegnativa che si è interrogata sulla sacralità della vita puntando, questa volta, la lente di ingrandimento sul femminile come alfiere. Un femminile che si fa custode della dignità della vita, della vita come dono e dovere di essere vissuta al meglio; una vita di cui non si deve sprecare un attimo; una vita che è sacra in quanto data senza essere richiesta. Prima che sia buio, con la lettura di “Buonanotte Aisha”, racconto di Natale, dedicato ai bambini di Watoto, Makobeni-Kenya,è stato utilizzato come spunto di riflessione sulla sacralità della vita da un tavolo di relatori, rappresentanti di ambiti differenti: il Direttore della Domus Sanctae Marthae in Vaticano, Monsignor Aldo Tolotto; il Primario radiologo dell’ospedale San Giovanni in Laterano di Roma, Carlo Simili; la Psicologa Liliana De Fabris e il Senatore Lucio D’Ubaldo, della Commissione Finanze.
Il testo, grazie ad una scrittura che lascia aperta la porta alla riflessione, alla condivisione, a differenti interpretazioni, diviene testo drammaturgico per platee sempre differenti che si confrontano sul gioco dell’esistenza. Un gioco misterioso dal volto contraddittorio che ognuno si trova a vivere, divenendone con il passare del tempo sempre più consapevole, come un alfiere che gioca la sua unica partita a scacchi.
Prima che sia buio, viene definito un testo aperto; un testo che si dona all’interpretazione; parole non autoreferenziali, non confinate al mondo dello scrittore ma, parole che diventano terreno fertile per i differenti linguaggi artistici. Parole che, una volta divenute libro, testo stampato, escono dal mondo dell’autrice e diventano patrimonio comune; terreno fertile per metafore e vissuti sempre differenti. Parole che mutano la loro natura, che si trasformano nelle proiezioni degli altri. Parole che decodificano, a volte, alla stessa autrice parti di lei ancora sconosciute o ignote fino a quel momento.
Il viaggio di Prima che sia buio sembra riprendere l’idea di un palcoscenico itinerante, che si adatta di volta in volta allo spazio ospitante, alla platea a cui si rivolge, alle domande che si concretizzano, ai relatori e agli artisti che ne fanno parte. Sono previste nuove tappe già dalla fine di Gennaio nel cuore di Roma.

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