mercoledì 27 novembre 2013

Tunisia: dopo rivoluzione cambiato ruolo donna in società a 50 anni dalle conquiste ottenute grazie a Bourghiba (ANSAmed)

TUNISI, 26 NOV - Due anni dopo la "rivoluzione dei gelsomini", che doveva restituire la Tunisia alla democrazia e consentire alla sua società di evolversi nel rispetto e nella solidarietà, la donna fa i conti con una condizione che, oggettivamente, agli occhi dei non musulmani, ha fatto segnare più d'un passo indietro. La Tunisia, sin dalla sua indipendenza, ha riservato una grande attenzione alla condizione femminile e spesso le misure adottate dai governi sono state un passo in avanti rispetto a quelle che erano le dinamiche della società. Nel senso che le decisioni fortemente volute da Habib Bourghiba, laico e riformatore, andavano oltre la situazione di fatto per aprire alle donne prospettive assolutamente rivoluzionarie rispetto al resto del mondo islamico. La donna tunisina aveva davanti a sé indipendenza, considerazione, parità, prospettive, almeno dal punto di vista formale. Che poi la società tunisina non fosse pronta a rispondere completamente e concretamente agli indirizzi imposti da Bourghiba è un'altra cosa. Ma gli oltre cinquant'anni trascorsi dall'adozione dello statuto di genere, che sanciva la parità davanti alla legge ed allo Stato tra uomo e donna hanno contribuito a fare della società tunisina un unicum, la cui immagine oggi appare sbiadita sotto la spinta di un rinnovato spirito religioso che, auspice la forte connotazione islamica del partito Ennahda che guida la coalizione di governo, tende a marginalizzare la condizione femminile. Una fotografia della situazione attuale viene dal sempre minore peso che la donna ha nel mondo del lavoro, con un tasso di disoccupazione elevatissimo e che però, nell'accezione generale, viene considerato scontato, quasi naturale. Ed a niente serve il fatto che la maggioranza degli studenti universitari di alcune facoltà - soprattutto tecniche - siano donne, che in maggioranza vincono il confronto accademico con i loro colleghi maschi. Alla fine del percorso di studi le loro possibilità di trovare lavoro sono minime rispetto agli uomini. Anche il ruolo che le ragazze tunisine hanno avuto nelle dinamiche che portarono alla caduta del regime di Ben Ali sembra scolorirsi col passare dei mesi in modo inversamente proporzionale al crescere delle donne che indossano, dalla mattina alla sera, il velo, nelle sue varie forme e significazioni. E, proseguendo su questo ragionamento, si comprende come possano attecchire iniziative come quella partita pochi giorni fa a Sousse - città peraltro dalla frizzante vita sociale e culturale - dove è stato inaugurato un ristorante halal (che segue cioè correttamente le prescrizioni dell'Islam) in cui le donne che portano il velo integrale vengono isolate dal resto dei clienti con un paravento e servite solo da personale femminile. Il solo, ha commentato con seriosità un sociologo islamico, che potrà vedere i loro denti, la solo cosa visibile di un corpo completamente celato allo sguardo del resto del mondo. (ANSAmed)

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