Quando
la vita è un palcoscenico
Intervista a Donatella Barbagallo
Il suo volto
accattivante racconta una passione nata all’asilo e diventata una vocazione e
una professione. Sicura, decisa, determinata? A volte il palcoscenico protegge
più della vita.
L'intervista completa su www.saltinaria.it e il link su www.ilchiasmodellerappresentazioni.blogspot.com, dove si può leggere la recensione di "Erotomaniaci".
Una
delle riflessioni di questo blog è sulla maternità, tra incubo e sogno. Nel
nord del mondo si tende a negare la maternità mentre nel sud a imporla. In ogni
caso spesso chi dovrebbe essere interessato in prima persona è messo da parte. Qual
è la sua opinione?
Cosa pensa della maternità?
Cosa pensa della maternità?
«Penso che la maternità
sia un fatto decisivo nella vita di una donna, e, come tutti i fatti decisivi,
coinvolge allo stesso modo spirito, psiche e corpo.
Ma la maternità è anche un fatto socialmente rilevante, coinvolge il mondo del lavoro, stravolge la vita di coppia e molto altro ancora. Non la ritengo ancora oggi la realizzazione primaria per una donna, posso dire cosa rappresenta per me solo idealmente: un misto alla pari di egoismo e atto d'amore. Egoismo perché penso che desiderare un figlio possa essere il passo decisivo verso la propria realizzazione come donna o per il completamento di essa e anche perché è comunque un richiamo atavico dell'istinto femminile, la continuazione non solo della specie, ma anche del sé attraverso la prole. Atto d'amore perché avere uno o più figli significa, oltre a tutte le gioie e le soddisfazioni, anche dolore, rinunce, sacrifici, impegno costante, dedizione, stravolgimento degli equilibri di coppia... per quasi tutta la vita "attiva" della madre, specialmente nella realtà attuale dove la maggior parte delle donne deve lavorare fuori casa volente o nolente, poco o tanto. Sono circondata da donne incinta in questo periodo: un'amica, una collega, amiche di amici. Ognuna sta vivendo la maternità in modo diverso ed insieme straordinario. La collega, in particolare, prima di restare incinta era sempre "musona", silenziosa; ora sorride di continuo ed un tutt'uno con la sua bella pancia. A noi racconta che, dopo 3 anni, di matrimonio, ha dovuto "cedere" alle insistenze del marito che premeva per avere un bambino, ma a guardarla, si direbbe che si vergogna di dire la verità».
Qual è la sua esperienza diretta o indiretta, anche in termini di sogni e progetti (non voglio confessioni personali almeno che non le interessi raccontare la sua storia)
E a livello di spettacolo?
Ma la maternità è anche un fatto socialmente rilevante, coinvolge il mondo del lavoro, stravolge la vita di coppia e molto altro ancora. Non la ritengo ancora oggi la realizzazione primaria per una donna, posso dire cosa rappresenta per me solo idealmente: un misto alla pari di egoismo e atto d'amore. Egoismo perché penso che desiderare un figlio possa essere il passo decisivo verso la propria realizzazione come donna o per il completamento di essa e anche perché è comunque un richiamo atavico dell'istinto femminile, la continuazione non solo della specie, ma anche del sé attraverso la prole. Atto d'amore perché avere uno o più figli significa, oltre a tutte le gioie e le soddisfazioni, anche dolore, rinunce, sacrifici, impegno costante, dedizione, stravolgimento degli equilibri di coppia... per quasi tutta la vita "attiva" della madre, specialmente nella realtà attuale dove la maggior parte delle donne deve lavorare fuori casa volente o nolente, poco o tanto. Sono circondata da donne incinta in questo periodo: un'amica, una collega, amiche di amici. Ognuna sta vivendo la maternità in modo diverso ed insieme straordinario. La collega, in particolare, prima di restare incinta era sempre "musona", silenziosa; ora sorride di continuo ed un tutt'uno con la sua bella pancia. A noi racconta che, dopo 3 anni, di matrimonio, ha dovuto "cedere" alle insistenze del marito che premeva per avere un bambino, ma a guardarla, si direbbe che si vergogna di dire la verità».
Qual è la sua esperienza diretta o indiretta, anche in termini di sogni e progetti (non voglio confessioni personali almeno che non le interessi raccontare la sua storia)
E a livello di spettacolo?
«Fino a poco tempo fa, odiavo
i bambini, li detestavo sotto ogni punto di vista. Poi è accaduto che l’amore di una persona ha fatto nascere
naturalmente in me in senso e la voglia di donare una vita alla persona che si
ama davvero. Oggi purtroppo quel sogno è sfumato…ma se trovassi l’amore vero e
ne avessi le possibilità economiche, non ci penserei due volte a fare un
figlio, anche se questo comportasse la rinuncia per un periodo alla mia
attività di attrice».
In bocca al
lupo, di cuore!
Per chi vuole saperne di più...
Formazione: Ha conseguito il Diploma professionale di Attrice presso la scuola “Il cantiere Teatrale” di P. Tiziana Cruciani (nel 2010); e ha frequentato una serie di seminari intensivi: Elementi di Biomeccanica con A. De Magistris; con Jean Paul Denizon, attore e aiuto-regista di Peter Brook; uno Stage intensivo, “Sound and game in Shakespeare”, con Simon Scarfield, dal Globe Theatre di Londra con messa in scena finale di Machbeth (ruolo Lady Machbeth); e sul metodo Grotowsky presso Les Cours Florent di Parigi. Nello stesso 2010 ha frequentato il Masterclass per attori con Rossella Falk e nel 2011 il Seminario residenziale con Ricci Forte, San Miniato.
Teatro: Nel 2012: “Una cosa a tre” regia di Pietro De Silva; “Fuori Sede”, scritto e diretto da Luca Pizzurro; “Peace Frog THE Show” live al Piper Club di Roma; “Le Belle Notti” di Gianni Clementi, regia di Claudio Boccaccini. Nel 2011: “Lo zoo di vetro” di T. Williams, regia di S. Chiosi, “Pericolo di coppia” di Marco Cavallaro, regia di Claudio Insegno e “Vestirsi di Bianco” regia di Mario Prosperi. Nel 2010 : “Tempi supplementari” di Marco Falaguasta; “Un curioso accidente” di C. Goldoni, regia di Carlo Fabiano; “Le metamorfosi “ di Ovidio, regia Giovanni Carta; “I monologhi della Vagina” di Eva Esler, della quale ha curato la regia; e “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, di O. Wilde, regia di G. Vasilicò.
Nel 2009: “L’amante” di H. Pinter, regia di Enzo Masci; e “La città del Natale” (musical) regia di Paola Di Girolamo. Nel 2008 "In Principio era il Trio!" di Anna Marchesini, Tullio Solenghi
e Massimo Lopez, regia di Anna Marchesini e "Festa in famiglia" di A. Ayckbourn, regia di Carlo Marsili. (ruolo: Deidre).
Infine nel 2007: "Chicago!" (musical), regia Katia
Marafioti (ruolo: Velma Kelly).
Cortometraggi: Nel 2009: "Punto Cieco”
regia di Marta Corradi e nel 2007 “Con parole povere”
regia di V. Scandurra.
Parla inglese, francese, spagnolo; siciliano, calabrese, romano, fiorentino, napoletano, veneziano.
Parla inglese, francese, spagnolo; siciliano, calabrese, romano, fiorentino, napoletano, veneziano.
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