sabato 17 settembre 2011

Camminando, Incontri di un viandante di Pino Cacucci


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Camminando
Incontri di un viandante

di Pino Cacucci

Ho scelto di inserire questo libro tra i classici anche se è solo del 1996 secondo la definizione che Hans Georg Gadamer dà di ‘classico’ in “Verità e metodo”, quello che ha valore in sé, diventando un modello di riferimento che non tramonta con le mode e che a mio parere oltrepassa la letteratura corrente per diventare semplicemente letteratura e non solo un lavoro giornalistico. In anticipo sul nuovo millennio, Camminando, si presenta come un manuale snello di civiltà quale spinta alla conoscenza che è soprattutto incontro con l’altro. Mirabile l’episodio di Tania dove l’autore scrive che “Spostarsi è facile…Viaggiare con gli occhi sgranati sulle meraviglie altri è inutile, quando l’anima resta chiusa nella cassaforte di casa. Un vero viaggio, si può fare anche camminando a piedi fino a un quartiere della propria città…”. Come ho scritto in “Prima che sia buio”, non esiste viaggio più affascinante dell’incontro con l’altro, che non ha termine e può diventare l’unica prova reale dell’esistenza di Dio. L’altro è chiunque ma soprattutto il diverso che per la propria ‘originalità’ spesso non voluta è emarginato, è in generale la schiera degli umiliati e offesi che, nella versione moderna, è rappresentata dall’immigrato, mentre l’incontro autentico è declinato nell’accoglienza non semplicemente caritatevole ma animata da una curiosità profonda. Reporter viaggiatore che con umiltà dà voce ai personaggi, Cacucci si nasconde in essi, quasi timidamente, lasciando gli altri affiorare alla superficie delle sue pagine, evitando così di confezionare tesi o anche solo interpretazioni. Il viaggio diventa una modalità esistenziale d’essere piuttosto che un percorso da misurare in chilometri o miglia. E’ una scrittura garbata quella di Cacucci, sintetica, incisiva ma con un volto naturalmente poetico. Di grande delicatezza anche quando racconta violenze, si avvicina soprattutto agli oppressi, ai dimenticati che possono essere anche vicini nello spazio come un pittore di Bologna o in villaggi sperduti del Cile o del Messico, il cuore del racconto. Sono i conflitti, le rivoluzioni, più che le guerre che sembrano attrarre l’attenzione dell’autore. E’ soprattutto il Messico polveroso la sua patria d’elezione dalla quale ci giunge un breviario senza alcuna volontà didascalica, una lezione spontanea di metodo, e non solo di scrittura ma forse di vita per chiunque decida di smettere i panni del turista e vestire quelli di viaggiatore.

Camminando
Incontri di un viandante
Pino Cacucci
Universale Economica Feltrinelli
Prima edizione, Settembre 1996

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